Bambini senza vaccino non ammessi a scuola vicino Lecce, perché il Tar ha respinto il ricorso dei genitori
Il Tar ha respinto il ricorso dei genitori di due fratellini che chiedevano di iscrivere i bambini in una scuola materna di Lecce anche senza vaccini
Respinto il ricorso dei genitori di due fratellini per la mancata ammissione dei figli non vaccinati in una scuola di Lecce. Il Tar non ha accolto le richieste della coppia della provincia salentina, che si era opposta alla decisione del dirigente scolastico di un istituto materno di negare l’iscrizione dei bambini in assenza degli adempimenti vaccinali obbligatori.
I bambini non ammessi a Lecce
I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso dei genitori dei due fratellini residenti in un comune della provincia di Lecce perché non erano stati sottoposti ai vaccini previsti contro la poliomelite, il tetano, la difterite, l’epatite B e le malattie esantematiche.
Secondo le disposizioni di legge, infatti, per le famiglie con bambini di età inferiore a 6 anni sprovvisti di certificazione che attesti la vaccinazione o eventuali diritti di esonero, omissione o differimento delle somministrazioni, è prevista la decadenza dell’iscrizione a scuola e una sanzione pecuniaria.
La sala d’attesa di un centro di vaccini prima dell’inizio dell’anno scolastico
Le motivazioni del Tar
Entrando nel merito del ricorso, il Tar ha confermato la decisione del dirigente di non ammettere a scuola i bambini evidenziando come i ricorrenti non abbiano fornito “alcuna prova circa la concreta sussistenza di un pericolo per la salute dei figli da correlarsi alla somministrazione dei vaccini”.
Nel motivare la sentenza i giudici hanno ricordato come il legislatore ritenga prevalente “tutelare l’immunità di gregge“.
L’obbligo dei vaccini
Il riferimento è al cosiddetto Decreto Lorenzin, n. 73/2017, convertito in legge n. 119/2017, che ha introdotto l’obbligatorietà dei vaccini per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni e per tutti i minori stranieri non accompagnati.
Per gli alunni da 6 a 16 anni è prevista una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro, mentre per i bambini fino a 6 anni, oltre alla multa, non è permessa l’iscrizione agli asili nido e alle scuole dell’infanzia.
L’obbligo vaccinale per i minori in Italia è stato messo in discussione a luglio 2024 da un emendamento presentato dal senatore della Lega Claudio Borghi, scatenando l’allarme dei pediatri.