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Auto esplosa sulla tangenziale di Napoli, morta in ospedale la ricercatrice del Cnr che si trovava a bordo

Maria Vittoria Prati, 66 anni, ricercatrice dell’istituto motori del Cnr di Napoli, è morta presso l’ospedale Cardarelli, dove era ricoverata con ustioni gravissime

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

Non ce l’ha fatta Maria Vittoria Prati, la ricercatrice del Cnr che era a bordo dell’auto sperimentale esplosa sulla tangenziale venerdì 23 giugno. Troppo gravi le ferite riportate dalla 66enne, arrivata all’ospedale Cardarelli con ustioni di terzo grado sul 90 per cento del corpo. La donna è deceduta nel pomeriggio di lunedì 26 giugno.

Chi era la vittima

Ingegnere, da 30 anni impegnata nell’istituto motori del Cnr di Napoli, Maria Vittoria Prati si era guadagnata la fama di esperta nell’ambito degli studi sulle emissioni e sull’utilizzo di combustibili alternativi.

Il 23 giugno si trovava a bordo di un’auto sperimentale alimentata a gasolio ed energia solare. Vettura che, improvvisamente, è esplosa mentre percorreva la tangenziale.

In gravi condizioni lo studente di 25 anni

Gravemente ferito anche l’altro occupante della macchina, il 25enne laureando Fulvio Filace, anche lui ricoverato presso l’ospedale Cardarelli di Napoli.

La prognosi del giovane studente dell’Università Federico II, sottoposto a un delicato intervento chirurgico, è ancora riservata. Sulla vicenda è in corso un’indagine della Procura di Napoli, che al momento ha aperto un fascicolo contro ignoti.

Nel frattempo gli inquirenti hanno disposto il sequestro della vettura prototipo gemella di quella esplosa, che verrà analizzata dai periti incaricati delle indagini.

Le indagini sull’incidente di Napoli

La Volkswagen Polo esplosa venerdì 23 giugno era un veicolo sperimentale ideato nell’ambito di un progetto di conversione delle auto tradizionali in vetture ibride-solari.

Le cause dell’esplosione della macchina sono ancora tutte da chiarire. Inizialmente si era pensato all’esplosione di una macchina che trasportava bombole di ossigeno, ma poche ore dopo si è capito che si trattava di un progetto sperimentale.

Purtroppo, la ricercatrice 66enne che si trovava a bordo della macchina non ce l’ha fatta. Le ustioni riportate sul 90 per cento del corpo non hanno permesso ai medici di salvarle la vita.

Fonte foto: ANSA

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