Atto di nascita del figlio di una coppia gay annullato a Milano: decisione dei giudici contro il sindaco Sala
Dei 4 annullamenti degli atti di nascita richiesti dalla procura di Milano, il Tribunale ha accordato solo quello del figlio di una coppia di uomini
Dopo i 33 casi di Padova, il processo di smantellamento delle famiglie omogenitoriali arriva anche Milano. Il Tribunale ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino, figlio di una coppia composta da due uomini, nato tramite maternità surrogata. La decisione dei giudici pone un ulteriore freno alla battaglia del sindaco Giuseppe Sala, che aveva sollevato la questione anche a Bruxelles.
La decisione del Tribunale
Per il Tribunale civile di Milano, l’atto di nascita di un bambino, figlio di una coppia di uomini, non può riportare anche la trascrizione del genitore “intenzionale”.
Questo rappresenterebbe, infatti, una violazione “della normativa vigente che, vietando il ricorso alla maternità surrogata, vieta altresì la trascrizione dell’atto di nascita”.
Ne è stato, quindi, stabilito l’annullamento, affermando che il diritto al riconoscimento del ruolo dell’altro genitore nella “crescita, educazione e istruzione” del minore, potrà avvenire solo tramite adozione.
Una procedura effettivamente disponibile, ma che rappresenta una strada lunga e dispendiosa, soprattutto nel caso di unioni tra coppie dello stesso sesso.
Diverso il caso dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati all’estero con procreazione assistita.
Il Tribunale ha stabilito, infatti, che per chiedere l’annullamento delle trascrizioni è necessario un altro “procedimento” di “rimozione dello stato di figlio”. Niente di impossibile anche in quei casi, quindi, serve solo seguire un’altra strada.
La richiesta della procura
Le decisioni del Tribunale civile arrivano dopo la richiesta della Procura milanese di annullare le registrazioni all’anagrafe del Comune di Milano dei figli di queste quattro coppie omogenitoriali, di cui almeno una con figlio nato a Milano.
Tutti i certificati anagrafici portavano la firma del sindaco Giuseppe Sala ed erano stati registrati dopo una sentenza della Corte di Cassazione dello scorso 30 dicembre 2022, in merito alla gestazione per altri.
Sulla base di quella sentenza, non riconoscendo la legittimità della firma del sindaco, la procura aveva richiesto l’annullamento dei 4 certificati, ritenuti illegali, ottenendone una su quattro.
La battaglia del sindaco Sala
L’annullamento degli atti di nascita, che ha già colpito altre 33 famiglia di Padova, è il risultato di una reazione a catena partita da una circolare emessa lo scorso 11 aprile dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per intimare lo stop alle registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali.
A differenza della sentenza della Cassazione, basata sul divieto di ricorrere alla maternità surrogata, la prefettura ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, che vieta la procreazione medicalmente assistita a coppie di persone dello stesso sesso.
Dopo lo stop della pratica, però, sono arrivati anche i primi annullamenti, che colpiscono retroattivamente famiglie che vengono riconosciute tali da anni.
Pur dovendo accettare l’interruzione delle trascrizioni, Sala si era battuto sin dall’inizio contro la decisione del ministro, considerandola “un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale”.
Le istanze erano state portate dal sindaco anche in Europa, “perché la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito molto chiaramente che i diritti dei bambini vengono prima di tutto – ha dichiarato Sala – e la legislazione italiana non sembra adeguarsi”.