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Alberto Trentini arrestato in Venezuela e scomparso da 2 mesi, famiglia chiede intervento del Governo

Due mesi fa Alberto Trentini, impegnato in una missione umanitaria, è stato arrestato in Venezuela: la famiglia chiede al Governo di riportarlo a casa

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Alberto Trentini è detenuto in Venezuela da ormai due mesi: i familiari del cooperante italiano, arrestato lo scorso 15 novembre, chiedono al Governo italiano di intensificare gli sforzi diplomatici per riportarlo a casa e garantirne l’incolumità. Impegnato in una missione umanitaria, Trentini è stato fermato senza accuse formali e da tempo le notizie ufficiali sul suo stato scarseggiano.

Alberto Trentini in carcere da due mesi

La famiglia di Alberto Trentini ha diffuso un appello tramite l’avvocato Alessandra Ballerini, affinché lo Stato italiano aumenti l’impegno per riportarlo a casa dal Venezuela, dove è stato arrestato lo scorso 15 novembre.

Nell’appello, i familiari chiedono al Governo italiano di attivarsi immediatamente, mettendo in pratica ogni possibile sforzo diplomatico e promuovendo un dialogo positivo con le istituzioni venezuelane, al fine di garantire il ritorno in sicurezza di Alberto.


Alberto Trentini è stato arrestato in Venezuela il 15 novembre: da allora nessuna sua notizia

L’arresto di Alberto Trentini in Venezuela

Trentini, impegnato in una missione umanitaria in Venezuela con l’organizzazione Humanity and Inclusion, era sul posto per offrire supporto alle persone con disabilità.

“Alberto era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 ed il 15 novembre, mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito è stato fermato ad un posto di blocco, insieme all’autista della Ong” recita il comunicato dei familiari.

Poche o nulle le informazioni sul suo conto: secondo la famiglia, Alberto dovrebbe essere stato condotto in un penitenziario a Caracas, detenuto “senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione”.

L’appello della famiglia

Una vicenda che ha assunto nel tempo i contorni del giallo, in quanto mancano comunicazioni ufficiali sull’arresto da parte delle istituzioni sudamericane, così come tutto tace anche in Italia.

“Da quasi due mesi, nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità” ha evidenziato la famiglia. Trentini non avrebbe avuto contatti con nessuno, compreso l’Ambasciatore italiano. “Non è riuscito a comunicare con lui né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi” si legge.

La famiglia non riesce ad accettare che Alberto sia stato arrestato soltanto per essersi recato in un Paese estero e offrire il suo contributo a “migliorare le condizioni di vita dei loro abitanti”, “senza poter ricevere nessuna tutela effettiva dal nostro Paese”.

Infine, citando la liberazione di Cecilia Sala, i familiari hanno invitato il Governo a prodursi con “lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati a tutela di una nostra connazionale, per riportare presto, incolume, Alberto in Italia”.

Fonte foto: ANSA

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