Agenti di Trapani arrestati per torture sui detenuti, in 11 ai domiciliari: le indagini erano partite nel 2021
11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio: è quanto deciso dal Gip di Trapani per gli agenti arrestati per le torture sui detenuti
46 indagati, 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio a Trapani, dove il Gip ha emesso le ordinanze relative a diversi agenti penitenziati, accusati di essere responsabili di torture sui detenuti e abuso di autorità.
Arrestati agenti penitenziari a Trapani
Una indagine partita nel 2021 ha portato all’arresto di 11 agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Trapani, mentre altri 14 sono stati sospesi dalle loro funzioni, come deciso da un’ordinanza del Gip della città siciliana, su richiesta della Procura.
L’ordinanza, come riportato da ANSA, è stata eseguita dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con l’ausilio di alcuni reparti territoriali coordinati dal nucleo investigativo centrale.
Le gravissime accuse mosse agli agenti riguardano episodi di tortura e violenze sistematiche perpetrate ai danni dei detenuti tra il 2020 e il 2021, con le indagini avviate in seguito alle denunce effettuate da alcuni detenuti.
Le torture sui detenuti
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Trapani, le vittime sarebbero state sottoposte a trattamenti inumani e degradanti, che includono pestaggi, insulti e umiliazioni avvenuti in luoghi della struttura privi di telecamere.
In alcuni casi i detenuti sarebbero stati immobilizzati o costretti in posizioni dolorose per lunghi periodi, subendo veri e propri abusi fisici e psicologici.
Grazie alle intercettazioni e alle testimonianze è stato però possibile ricostruire il clima di impunità e le sistematiche violazioni dei diritti umani avvenute all’interno dell’istituto penitenziario, con la Procura che definito il quadro “allarmante” e “incompatibile con lo stato di diritto”.
Le parole del Procuratore
Gabriele Paci, il Procuratore di Trapani, ha poi chiarito alcuni aspetti della vicenda in conferenza stampa: “Nel reparto blu, oggi è chiuso per carenze igienico sanitarie, venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici, e che subivano violenze e torture. Alcuni agenti agivano con violenza non episodica ma con una sorta di metodo per garantire l’ordine”.
“A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile” ha aggiunto ancora il Procuratore, parlando del luogo nel quale avvenivano le violenze “fino a quel momento senza telecamere”, definendolo come “una sorta di girone dantesco nel quale sembra leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo”.
Il Procuratore non ha poi negato lo stato di degrado della struttura e i livelli di stress subìti anche dal personale penitenziario, “ma questo non legittima assolutamente le violenze“.
Preoccupazione sulla situazione nelle carceri
Sul tema è intervenuto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria: “Nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti e nella magistratura e auspichiamo che si faccia al più presto piena luce sull’accaduto. Valga per tutti, però, la presunzione d’innocenza, nella speranza che gli indagati possano dimostrare la correttezza del loro operato”.
“Sono ormai decine le indagini, pressoché in tutta Italia, a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, e centinaia gli agenti indagati, sospesi dal servizio e talvolta condannati – ha poi aggiunto De Fazio – Ovviamente, chi sbaglia deve essere individuato e perseguito”.
Nonostante ciò, tra le recenti dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri, Andrea Delmastro (per le quali sono state chieste le sue dimissioni), e le decine di suicidi tra i detenuti nel solo 2024, la situazione delle carceri italiane continua a sembrare grave e lontana da un miglioramento.