Accoltellata e bruciata viva mentre era incinta: il fidanzato della 15enne Shaina Hansye condannato a 18 anni
È stato condannato a 18 anni di carcere l'ex fidanzato di Shaina Hansye, la ragazza francese di 15 anni morta carbonizzata e accoltellata nel 2019
È stato condannato a 18 anni di carcere il fidanzato di Shaina Hansye, la ragazza di 15 anni accoltellata e bruciata viva mentre era incinta. Era il 2029 quando Shaina è stata brutalmente uccisa. Adesso i giudici della Corte d’Assise per i minori hanno pronunciato la sentenza di condanna per il fidanzato. All’epoca dei fatti il ragazzo aveva 17 anni e, secondo quando emerso dal processo, aveva colpito la giovane compagna (in attesa di un bambino) con un coltello per poi darle fuoco.
- Il corpo carbonizzato della giovane Shaina Hansye
- La condanna del fidanzato
- La difesa dell'ex fidanzato della vittima
Il corpo carbonizzato della giovane Shaina Hansye
La tragica vicenda risale all’ottobre del 2019, quando il corpo della 15enne venne ritrovato privo di vita in un capannone abbandonato a Creil, nel dipartimento dell’Oise della regione dell’Alta Francia.
Shaina Hansye fu data in pasto alle fiamme mentre era ancora viva. Lo avrebbe accertato poco dopo l’autopsia da cui emerse anche che la giovane donna fu colpita con almeno 10 coltellate.
Di macabro, non c’era stato solo il gesto e il ritrovamento del corpo carbonizzato. La giovanissima Shaina, infatti, era in attesa di un bambino quando è morta.
La condanna del fidanzato
Nella notte tra il 9 e il 10 giugno, i giudici della Corte d’Assise per i Minori dell’Oise hanno pronunciato la sentenza di condanna per l’ex fidanzato di Shaina.
Il ragazzo, oggi 20enne, è stato condannato alla pena di 18 anni di carcere. Molto meno di quella richiesta dall’avvocato dell’accusa che, invece, aveva richiesto una condanna di 30 anni.
Il legale della famiglia della vittima, inoltre, aveva chiesto ai giudici di revocare l’attenuante della minore età dell’imputato. Ma così non è stato.
Le prove portate a processo dimostrano che il telefono di Elise Arfi (l’ex fidanzato della vittima) risultava spento nella sera dell’omicidio. Quando è stato riacceso, però, si è agganciato a una cella non così distante dal capannone dove è stata ritrovata morta Shaina.
La difesa dell’ex fidanzato della vittima
Secondo le parti civili, il ragazzo – all’epoca 17enne – avrebbe compiuto il terribile gesto per il timore della reazione che la sua famiglia avrebbe potuto avere alla notizia della gravidanza della sua fidanzata.
Per tutto il processo, tuttavia, Elise Arfi ha negato le accuse a suo carico. Il suo legale ha parlato di un fascicolo di indagine “tutt’altro che concreto” contestando la perizia psichiatrica del giovane.
La difesa del 20enne, infatti, non condivide la mancanza di empatia e il narcisismo emersi dalla perizia. E, inoltre, ha evidenziato che l’assenza di tracce di Dna sul coltello ritrovato nel capannone avrebbe dovuto scagionare il ragazzo.
Una vicenda spiazzante, la cui condanna arriva in giorni in cui la cronaca è impegnata a raccontare il terribile omicidio di Giulia Tramontano.