22enne ucciso dalla polizia in Colorado: aveva chiamato il 911 per un guasto all'auto
Christian Glass, 22 anni, aveva chiesto aiuto al 911 dopo essere rimasto impantanato con la sua auto. Gli agenti lo hanno minacciato e ucciso
La polizia ha sparato e ha ucciso un 22enne in Colorado. Il ragazzo aveva chiamato il 911 per chiedere soccorso dopo essere rimasto impantanato in una strada.
- Colorado, la polizia uccide un 22enne: cos'è successo
- La verità nelle bodycam
- L'appello della famiglia: "Dovrebbero proteggerci, non ucciderci"
Colorado, la polizia uccide un 22enne: cos’è successo
La vicenda si è consumata pochissimi giorni dopo l’uccisione di un afroamericano in Ohio da parte della polizia, che lo ha sorpreso a letto e disarmato.
La vittima in Colorado, Christian Glass, era rimasta impantanata con l’auto nella contea di Clear Creek. I fatti risalgono al 1° giugno 2022.
Glass, 22 anni, aveva dunque chiamato il 911 per cercare aiuto.
Al loro arrivo, Christian ha avvertito gli agenti di portare con sé un martello e un coltello utilizzati nella sua attività di geologo amatore, e per questo li ha rassicurati di essere inoffensivo.
Durante l’intervento durato circa un’ora e dieci minuti, però, gli agenti hanno minacciato il ragazzo. Uno dei due poliziotti è dunque salito sul cofano anteriore del suv di Christian Glass per poi colpirlo con un taser ed esplodere contro di lui cinque colpi di pistola, uccidendolo.
In un primo comunicato diramato subito dopo il fatto, la polizia dell’ufficio dello sceriffo di Clear Creek aveva rivelato che Christian li avrebbe minacciati con un coltello.
La verità nelle bodycam
Ciò che è stato ripreso dalle bodycam degli agenti intervenuti, invece, ha ripreso i fatti nella loro oggettività.
All’arrivo degli agenti le cose sarebbero degenerate: i poliziotti lo hanno invitato a scendere dall’auto ma Christian, terrorizzato, si è rifiutato di farlo.
Quando gli agenti hanno notato il coltello e il martello presenti all’interno dell’auto di Christian, quest’ultimo si è offerto di lanciarli fuori dal finestrino ma i poliziotti gli hanno detto di non farlo.
Mentre gli agenti continuavano a minacciarlo, Christian ha sollevato le mani per mostrare che fosse disarmato, poi le ha unite e forma di cuore per far capire di essere una persona pacifica.
Nel frattempo, uno di loro ha sfondato il finestrino della parte del passeggero, continuando a terrorizzare il 22enne.
Quando i poliziotti hanno puntato le armi, quindi, Christian ha cominciato ad agitarsi e in quel momento la situazione ha preso la direzione più tragica.
Il ragazzo, forse in un disperato tentativo di difendersi, ha impugnato il coltello e in quel momento uno degli agenti ha sparato cinque volte contro di lui.
L’appello della famiglia: “Dovrebbero proteggerci, non ucciderci”
La vicenda è tornata alla ribalta dal momento che il 13 settembre la famiglia di Christian Glass ha tenuto una conferenza stampa, la prima dopo la morte del 22enne.
Christian, come ha rilevato l’autopsia, non era sotto effetto di droghe e poco prima della morte si trovava in un forte stato di alterazione nervosa dovuta a quanto gli stava accadendo.
Il padre ha dichiarato: “Siamo stati più che pazienti e prima d’ora non abbiamo rilasciato dichiarazioni pubbliche. L’uccisione di Christian è una macchia su Clear Creek County e sul Colorado. È stato un omicidio da parte di funzionari del Colorado. Dovrebbero proteggerci, non ucciderci”.
Ora, i famigliari chiedono “al quinto distretto giudiziario, all’ufficio del procuratore generale del Colorado e all’ufficio del procuratore generale degli Stati Uniti di perseguire questi agenti nella misura massima consentita dalla legge”.
Heidi McCollum, Procuratore Distrettuale della contea di Clear Creek, ha dichiarato che sulla vicenda è stata aperta un’indagine in collaborazione con il Colorado Bureau of Investigation.