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CRONACA NERA

16enne tenta il suicidio a Roma sparandosi alla testa con la pistola del padre, guardia giurata: è in coma

Un ragazzo di 16 anni avrebbe tentato il suicidio sparandosi con la pistola del padre, guardia giurata

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

Tragedia a Roma. Un ragazzo di 16 anni si è sparato con la pistola del padre, guardia giurata, nel bagno dell’abitazione in cui abitava con la famiglia. Si trova in coma in terapia intensiva all’ospedale San Camillo.

16enne si spara con la pistola del padre a Roma

Nel pomeriggio di martedì un ragazzo di 16 anni di Roma si è sparato alla testa con la pistola regolarmente detenuta dal padre per il suo lavoro di guardia giurata nel bagno dell’appartamento di Torre de’ Cenci in cui abita con la famiglia.

Secondo quanto riporta il sito del quotidiano il ‘Corriere della Sera’, il ragazzo si sarebbe chiuso nel bagno mentre all’interno dell’appartamento c’erano anche la madre e il fratello. Avrebbe poi chiuso la porta a chiave e l’avrebbe bloccata con un mobile per impedire ai familiari di entrare.

Tor de’ Cenci, frazione di Roma dove abita il ragazzo

Le condizioni del ragazzo e l’ipotesi del suicidio

Avvertita dal suono dello sparo, la madre del 16enne ha immediatamente chiamato un’ambulanza che ha trasportato il ragazzo d’urgenza all’ospedale San Camillo di Roma, dove al momento si trova in terapia intensiva. Le sue condizioni sarebbero però disperate.

La polizia ha interrogato i familiari del ragazzo, per cercare di ricostruire quanto accaduto. Secondo quanto trapela, sarebbe quasi sicuramente esclusa l’ipotesi di un incidente. Gli investigatori sono più indirizzati verso quella di un tentativo di suicidio.

Al momento però questa rimane soltanto un’ipotesi, supportata soprattutto dal comportamento del ragazzo. Saranno necessari ulteriori accertamenti per avere la sicurezza che si sia effettivamente trattato di un tentato suicidio.

Si cerca il movente nel telefono

Per confermare i sospetti degli inquirenti, la polizia ha sequestrato sia il telefono sia il computer del ragazzo, che saranno analizzati alla ricerca di un movente per il possibile tentato suicidio.

Si cercherà all’interno delle chat e dei messaggi del ragazzo con gli amici, per capire se avesse accennato a qualcuno delle sue intenzioni. Sarà inoltre analizzato il suo rendimento scolastico per capire se ci siano legami tra i voti e il gesto.

Anche insegnanti, amici e compagni di classe saranno ascoltati per capire quale fosse la situazione mentale e emotiva del 16enne e se questa possa essere la spiegazione del tentativo di suicidio.

Fonte foto: 123RF

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