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Zia del 19enne morto sul sottomarino Titan: "Terrorizzato, non voleva partire. Padre appassionato del Titanic"

La zia del 19enne deceduto a bordo del sottomarino Titan ha rivelato che il nipote era terrorizzato dall'idea di prendere parte alla spedizione

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Il 19enne Suleman Dawood, deceduto assieme al padre e agli altri tre componenti della spedizione verso il Titanic, era “terrorizzato” dal viaggio nel sottomarino Titan. Lo ha rivelato una zia del ragazzo.

Perché il 19enne Suleman Dawood era a bordo del Titan

In un’intervista pubblicata dalla ‘Nbc News’ prima che fossero ritrovati i rottami del sommergibile, Azmeh Dawood, sorella maggiore dell’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood (padre di Suleman Dawood), ha rivelato che il 19enne “non era molto in vena” ed era “terrorizzato” dal viaggio, ma che alla fine ha acconsentito perché era importante per il padre.

Shahzada Dawood, infatti, è stato descritto come un grande appassionato della storia del Titanic.

Un momento delle ricerche del sottomarino Titan.

Le parole della zia del 19enne Suleman Dawood

L’intervista alla zia di Suleman Dawood è stata realizzata prima dell’ufficialità della morte dei cinque componenti della spedizione del Titan verso il Titanic.

La donna ha detto. “Sto pensando a Suleman, che a soli 19 anni sta lì dentro, forse faticando a respirare”. E poi: “Mi sento come se fossi finita dentro a un film davvero brutto, con un conto alla rovescia che, però, non sai a cosa porterà. Se penso a loro fatico anche a respirare”.

Cosa è successo al sottomarino Titan

Dopo quattro giorni di ricerche in acqua, i rottami del sottomarino Titan sono stati rinvenuti a poca distanza dal relitto del Titanic.

I vertici della Guardia costiera americana hanno spiegato che si è trattata di “una catastrofica implosione“, probabilmente causata da una perdita di pressione.

La tragedia sarebbe avvenuta poco dopo l’immersione, a oltre 3mila metri di profondità. Nessuna agonia per i cinque componenti, che sarebbero morti sul colpo.

Secondo quanto ricostruito dal ‘Wall Street Journal’, l’implosione del sommergibile sarebbe stata registrata da un sistema di rilevamento acustico segreto militare degli Stati Uniti d’America (progettato per individuare i sottomarini nemici) poche ore dopo l’inizio della spedizione.

La Marina degli Stati Uniti d’America si era attivata non appena lo scafo ha perso le comunicazioni e, poco dopo la sua scomparsa, il sistema ha registrato un suono sospetto associato a un’implosione vicino al luogo in cui oggi sono stati individuati dei detriti.

Fonte foto: IPA

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