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Visto Djokovic, il ministro Alex Hawke lo annulla per la seconda volta: ora il tennista rischia il carcere

Il caso Djokovic si arricchisce di un ulteriore capitolo: visto revocato per la seconda volta, cosa rischia adesso il tennista serbo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato: Aggiornato:

Il ministero dell’immigrazione australiano, attraverso Alex Hawke, ha annullato per la seconda volta il visto di Novak Djokovic. Il tennista, numero 1 al mondo, nei giorni scorsi è stato fermato a Melbourne, dove si è recato per partecipare agli Australian Open. Secondo le prime indiscrezioni rischierebbe di essere bandito dall’Australia per 3 anni. Ma anche una squalifica e addirittura il carcere. Un giudice del tribunale australiano ha quindi deciso di tenere, proprio per venerdì 14 gennaio, un’udienza di emergenza sul caso Djokovic.

Visto Djokovic annullato per la seconda volta: la decisione di Hawke

Il ministro dell’Immigrazione australiano, Alex Hawke, ha deciso di annullare il visto d’ingresso di Novak Djokovic: “Ho usato il mio diritto di annullare il visto del signor Novak Djokovic, perché è nell’interesse pubblico”, ha dichiarato Hawke, come riportato da una nota diffusa dall’emittente serba ‘N1’.

La decisione è stata presa dopo l’ordinanza del Tribunale federale del 10 gennaio 2022 di annullare la decisione di revoca del visto.

“Nel prendere questa decisione – ha aggiunto -, ho considerato attentamente le informazioni fornitemi dal ministero dell’Interno, dalla polizia di frontiera e dal signor Djokovic. Il governo di Scott Morrison è pienamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare durante la pandemia di coronavirus. Ringrazio i funzionari del ministero dell’Interno e della polizia di frontiera che lavorano ogni giorno nell’interesse dell’Australia”.

Simon Birmingham, ministro dell’Economia, nelle ultime ore ha dichiarato alla ‘Abc’ che “la nostra politica non è cambiata: si entra con vaccino o con esenzione medica accettabile. Continueremo ad applicare questa politica con rigore”.

Novak Djokovic, da una settimana è su tutti i giornali per essere entrato in Australia senza il vaccino: gli è appena stato ritirato il visto per la seconda volta

Secondo quanto ravvisato dal Dipartimento degli affari esteri e del commercio australiano, la documentazione fornita da Djokovic non conferisce al titolare alcun diritto o privilegio speciale.

In caso di ricorso respinto, Djokovic potrebbe chiedere un riesame giudiziario in tribunale che metta in dubbio se il potere del ministro è stato esercitato legittimamente.

Djokovic, cosa rischia: dalla multa alla squalifica, fino al carcere

Ma per Janina Boughey, professoressa associata di diritto pubblico dell’Università del New South Wales di Sydney, “a meno che il ministro non commetta un errore procedurale, non rispetti i termini della legge e a meno che la decisione non abbia davvero alcuna base, è improbabile che il signor Djokovic abbia successo”, ha detto al ‘Sydney Morning Herald’.

Più che l’esenzione, al momento sul tennista peserebbe la falsa dichiarazione alle autorità al momento dell’ingresso, un reato punito con una sanzione che va dalla multa fino a 5 anni di carcere in caso di comprovata malafede.

Infrangere le regole dell’isolamento in Serbia comporta da una multa a una pena detentiva fino a tre anni.

A livello sportivo la ATP specifica che “qualora un giocatore venisse scoperto a falsificare il risultato di un tampone, è prevista una squalifica di tre anni”.

Le tappe della vicenda: dall’arrivo alle udienze

Djokovic è atterrato in Australia nella serata di mercoledì 5 gennaio. Bloccato inizialmente in aeroporto perché non vaccinato, il serbo è stato confinato in un centro di immigrazione dal 6 gennaio.

La documentazione di esenzione dalla vaccinazione fornita dall’atleta non ha convinto le autorità, che hanno proceduto con la mancata concessione del visto e la richiesta di espulsione.

I legali di Djokovic hanno presentato ricorso e lunedì 10 gennaio si è tenuta un’udienza al termine della quale il tennista è ‘tornato in libertà’, venendo inserito nel tabellone degli Australian Open ‘sub iudice’.

Il governo federale australiano aveva comunque avvertito che la decisione in merito all’espulsione del tennista sarebbe stata di competenza delle autorità dell’immigrazione, e che l’espulsione sarebbe potuta essere eseguita a prescindere dal pronunciamento della corte.

Adesso l’annullamento del visto da parte del ministro dell’Immigrazione australiano, Alex Hawke.

Un giudice del tribunale australiano ha quindi deciso di tenere, per venerdì 14 gennaio, un’udienza di emergenza sul caso del tennista Novak Djokovic.

Fonte foto: IPA

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