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Virginia Raggi a processo per calunnia, tutto sull'inchiesta sui conti Ama che riguarda l'ex sindaca di Roma

Virginia Raggi è stata rinviata a giudizio per aver calunniato Lorenzo Bagnacani, ex amministratore delegato di Ama. L'accusa si inserisce nell'ambito di un vecchia inchiesta sui conti della municipalizzata

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Paola Palazzo

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Su Virgilio Notizie si occupa di vari settori, dalla cronaca alla cultura, ma la sua più grande passione sono la moda e le tendenze. Durante il Master di Giornalismo alla Lumsa di Roma, muove i primi passi nelle redazioni di testate online e televisive. Attualmente collabora con diverse realtà editoriali nazionali e locali

Virginia Raggi va a processo per calunnia. È l’inizio di un nuovo capitolo dell’inchiesta sui conti Ama iniziata nel 2018 e che vede protagonisti l’ex sindacata di Roma e Lorenzo Bagnacani, ex amministratore delegato della municipalizzata. Assieme all’esponente del Movimento Cinque Stelle, sono stati rinviati a giudizio, per tentata concussione in concorso, l’allora direttore generale del Comune Franco Giampaoletti e delle Partecipate Giuseppe Labarile, l’ex responsabile del Bilancio Gianni Lemmetti e Luigi Botteghi, che a quel tempo era dirigente alla Ragioneria generale.

L’accusa di calunnia a Virginia Raggi

È stato Lorenzo Bagnacani a presentare la denuncia per calunnia nei confronti di Virginia Raggi.

Come emerge da alcune parti dell’ordinanza riportate da Roma Today, la grillina avrebbe accusato l’ex amministratore delegato di Ama di averla minacciata per forzarla ad approvare il bilancio della municipalizzata, incolpandola di voler far fallire l’azienda per “svenderla” ai privati.

 Virginia Raggi, ex sindaca di Roma 

Il processo all’ex sindaca di Roma è solo l’ultima fase di un lungo braccio di ferro tra Campidoglio e Ama che va avanti dal 2018, partito dopo un esposto in procura da parte di Bagnacani.

L’ex Ad di Ama dichiarò di aver subito “pressioni indebite” da parte del Comune affinché il bilancio venisse approvato, nonostante un credito da 18 milioni di euro che la Capitale doveva alla municipalizzata.

L’inchiesta sui conti Ama

Secondo quanto ricostruito dal giornale online romano, all’epoca dei fatti Giampaoletti, Labarile, Lemmetti e Botteghi (oggi accusati di tentata concussione in concorso) avrebbero esercitato molta pressione nei confronti di Rosalba Matassa, ex capo dipartimento Ambiente di Roma Capitale ed ex dirigente dei servizi cimiteriali, per costringerla ad attestare l’esistenza del credito che il Campidoglio doveva ad Ama.

Non solo: per convincerla, i quattro l’avrebbero minacciata di una “possibile marginalizzazione professionale”.

Le dichiarazioni dell’ex sindaca di Roma 

L’ex sindaca di Roma entrò nell’inchiesta nel momento in cui venne chiamata a testimoniare come persona informata dei fatti.

Durante la deposizione Virginia Raggi tentò di ribaltare la storia, puntando il dito contro Bagnacani e all’allora assessora Pinuccia Montanari.

“Mi forzavano – dichiarò – mi minacciavano dicendo che se non avessi approvato il bilancio come volevano loro riconoscendo i crediti, io sarei stata responsabile del fallimento dell’azienda”. Da qui la denuncia per calunnia di Bagnacani, sfociata poi nel rinvio a giudizio di Raggi.

Fonte foto: ANSA

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