Violenta una donna che fa jogging vicino Milano in pieno giorno, arrestato dopo 7 mesi: "Sono dispiaciuto"
La vicenda è avvenuta lo scorso anno: l’aggressore, uno straniero irregolare, era un noto spacciatore della zona e aveva già molestato altre donne
L’arresto dell’aggressore è avvenuto a distanza di sette mesi dalla violenza, compiuta lo scorso dicembre, grazie ai tabulati telefonici dell’uomo, che ha confessato e si è detto “dispiaciuto” per quanto accaduto. Ora però si indaga su altre aggressioni che l’uomo avrebbe compiuto nella stessa zona.
L’aggressione a Locate di Triulzi
Era il pomeriggio del 23 dicembre 2022, una donna di 40 anni si trovava nei terreni nei pressi di Cascina Nesporedo, a Locate di Triulzi, nel Milanese, intenta come tutti i giorni a fare un po’ di jogging.
Improvvisamente, la 40enne viene attaccata alle spalle da una persona che le tappa la bocca per impedirle di urlare o chiedere aiuto, la immobilizza e la trascina tra erba, piante e alberi, nella boscaglia fitta che costeggia la strada.
Lì la donna è stata vittima di una violenza sessuale. Una volta sfuggita alle grinfie del suo aggressore, la vittima ha denunciato l’accaduto ai carabinieri di San Donato Milanese che ora, a distanza di mesi dal fatto, ha trovato il responsabile, che ha anche confessato.
L’arresto di Abdelfatah Ennakach
Dopo sette mesi di indagini complicate, durante le quali gli agenti sono ricorsi a diverse testimonianze, alle impronte digitali su alcuni oggetti, ai test del Dna e ai tabulati telefonici, i carabinieri sono risaliti al 26enne Abdelfatah Ennakach, un cittadino marocchino privo di permesso di soggiorno, che è stato arrestato.
Durante la ricerca del colpevole, gli agenti dell’Arma si sono imbattuti in diverse persone che, parlando della zona della violenza come di un luogo di spaccio, hanno identificato uno dei pusher presenti come una persona dagli atteggiamenti “sessualmente molesti”.
Un testimone, come riportato da Agi, avrebbe riferito di un “soggetto magrebino (che) era solito importunare e molestare sessualmente una sua amica, con la quale si recava per l’acquisto della sostanza stupefacente”.
La confessione
Una volta individuato l’uomo, i carabinieri hanno approfondito la ricerca controllando i tabulati telefonici dell’utenza dello spacciatore, confermandone la presenza nella zona e nel giorno esatto della violenza. I test genetici e delle impronte hanno poi confermato il resto.
Una volta fermato, il 26enne avrebbe confessato la violenza, giustificando prima le sue azioni in quanto “ubriaco”, per poi dirsi “dispiaciuto” per la violenza commessa.
Un’aggressione che, nella descrizione del Gip, è avvenuto con una “modalità rapida” e con una “accurata scelta della vittima”, quando “non c’erano persone presenti” nella zona. Disposta la detenzione per l’uomo, anche se permane il timore che il 26enne possa scappare e commettere altri abusi.