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Vertice a Palazzo Chigi sul salario minimo: la posizione della Meloni e le reazioni delle opposizioni

Restano distanze di non poco contro tra maggioranza e opposizioni sul salario minino

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Non poche distanze tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo. Questa la fotografia che emerge dall’incontro convocato dalla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

Giorgia Meloni: “Ognuno resta sulle proprie posizioni”

“Sostanzialmente ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro”, spiegano fonti dei partiti di minoranza, come riferisce La Repubblica. Meloni ha ribadito la propria di contrarietà all’introduzione del provvedimento.

Dall’altro lato la premier ha detto che “in 60 giorni”, ossia il lasso di tempo del rinvio della discussione in Parlamento sul salario minimo, si possono “coinvolgere le parti sociali” per giungere a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e governo per dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione.

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Questo il testo della Costituzione.

La presidente del Consiglio ha poi proposto il coinvolgimento del Cnel per arrivare a una soluzione condivisa. “Ci interessa quando viene posta la questione del rafforzamento dei salari, il tema del contrasto al lavoro povero, purché ci si comprenda. Ci sono divergenze sugli strumenti e ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga il Cnel”, ha spiegato.

Chi ha partecipato all’incontro

A Palazzo Chigi, in rappresentanza del Pd, presenti la segretaria Elly Schlein e Maria Cecilia Guerra, responsabile dem per il lavoro. Per il Movimento 5 Stelle il leader Giuseppe Conte e l’ex ministra Nunzia Catalfo, per Azione Carlo Calenda e Matteo Richetti. E ancora, per +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, per Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e Franco Mari e per Europa Verde Eleonora Evi e Luana Zanella.

“Punto ad arrivare a una proposta in tempo per la legge di Bilancio ma non vorrei che fosse della maggioranza o delle opposizioni. Non sarebbe un buon metodo di dialogo, un buon metodo di dialogo è provare a lavorare insieme”, ha scandito la Meloni al termine dell’incontro.

Quindi ha commentato: “Abbiamo salari più bassi perché la nostra crescita è stata più bassa. L’unico modo è rimettere in moto l’economia. Si fa l’esempio di Francia e Germania che sono cresciute negli ultimi anni del 20%, l’Italia solo il 2%”.

Le reazioni delle opposizioni

“Il governo non ha una sua proposta, non ha le idee chiare. È rimasto sulle sue posizioni. Andremo avanti sulla nostra proposta, su cui c’è un grande consenso popolare, lanciamo la raccolta firme già annunciata. Ma la nostra proposta è già incardinata in Parlamento e lì ci aspettiamo emendamenti o proposte del governo sul salario minimo. Oggi non ci hanno convinti”. Così la segretaria del Pd Schlein al termine dell’incontro.

Giuseppe Conte del M5s: “Siamo venuti con spirito costruttivo. Meloni aveva chiesto questo confronto ma non c’è da parte sua nessuna controproposta. È stata una palla buttata in tribuna. Il governo non ha le idee chiare. Noi faremo partire una raccolta firme da presentare sul tavolo alla ripresa dei lavori parlamentari. La nostra una posizione ideologica? I nostri interventi sono stati tutti nel merito che il governo non ha ancora approfondito”.

“È stato un incontro interlocutorio – ha spiegato Carlo Calenda – ma il fatto positivo è che nessuno ci ha sbattuto la porta in faccia. La proposta che ci ha fatto la presidente del Consiglio riguarda un intervento più ampio sui redditi bassi e non c’è pregiudizio sulla proposta di salario minimo. Personalmente sono soddisfatto, nessuno ha sbattuto la porta tutti sono disponibili ad andare avanti ognuno sulla proprie opposizioni. Da domani raccogliamo le firme sul salario minimo”.

Fratoianni: “Meloni ci ha detto che il governo vuole confrontarsi sulla materia complessiva: consideriamo questa disponibilità un primo risultato della nostra iniziativa e continueremo nelle prossime settimane la nostra battaglia politica sulla nostra proposta di legge che consideriamo solida e utile a risolvere uno dei problemi del mercato del lavoro non la panacea di tutti i mali”.

La nota della Lega contro le opposizioni

Al termine del vertice una nota della Lega ha attaccato quanto dichiarato dalle opposizioni: “Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione, che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare le troppe storture del sussidio”. Il partito ribadisce la propria determinazione ad aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei SÌ rappresentata dai tanti cantieri sbloccati e dalle opere ambiziose come il Ponte sullo Stretto che – da solo – garantirà almeno 100mila posti eppure non piace al centrosinistra”.

Fonte foto: ANSA

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