Vendita di Agi, opposizioni all'attacco di Giorgetti: "Operazione da oligarchi russi", cosa sta succedendo
Scontro tra Giorgetti e le opposizioni sulla vendita dell'agenzia di stampa Agi da Eni a Angelucci
Polemiche sulla vendita di Agi. L’agenzia di stampa di proprietà di Eni potrebbe essere venduta ad Antonio Angelucci, imprenditore della sanità già proprietario di diverse testate e parlamentare di centrodestra.
- Cosa succede all'agenzia di stampa Agi
- L'attacco delle opposizioni a Giorgetti
- La risposta del ministro dell'Economia
Cosa succede all’agenzia di stampa Agi
Nei giorni scorsi diverse fonti di stampa hanno rilevato l’interesse dell’imprenditore Antonio Angelucci, proprietario di molte cliniche private ed editore delle testate Libero quotidiano, Il Giornale e Il Giorno, di acquistare Agi.
L’agenzia di stampa Agi è la seconda più importante d’Italia ed è di proprietà di Eni. La società petrolifera è a sua volta controllata con sufficienti quote per avere di fatto un significativo potere sulle scelte dell’azienda, dal ministero dell’Economia.
La redazione dell’agenzia è in sciopero per protestare contro questa operazione, ma la questione è finita mercoledì 27 marzo in parlamento, perché Angelucci, il possibile acquirente di Agi, è anche deputato di centrodestra.
L’attacco delle opposizioni a Giorgetti
L’attacco principale è quello del deputato Giuseppe Provenzano del Partito democratico, che rivolgendosi al ministro Giorgetti ha detto: “È un’operazione politica passata sulla sua testa, concepita su un banco vuoto di quest’Aula, quello di Antonio Angelucci” ha detto il deputato.
“Noi le chiediamo non di interferire, ma di fare il suo mestiere, che è quello di esercitare la sua responsabilità. È sua responsabilità non permettere all’Eni di fare favori alla maggioranza, magari alla vigilia di nomine di altre partecipate” ha continuato Provenzano.
Provenzano ha sottolineato che la vendita da parte di Eni, controllata da un ministero che fa capo a un esponente della maggioranza, di Agi a un altro esponente della maggioranza, Angelucci, possa essere considerato un conflitto di interessi.
La risposta del ministro dell’Economia
Giorgetti ha risposto rivelando di non essere a conoscenza della trattativa. Il ministero in sé detiene solo una piccola parte delle azioni di Eni, il 4% circa, mentre il grosso della fetta statale dell’azionariato della compagnia petrolifera è in mano a Cassa depositi e prestiti, che è però a sua volta all’87% del Mef.
Il ministro ha poi sottolineato che anche il possesso dell’Agi da parte di Eni può essere visto come critico: “È questione delicata che una società partecipata dallo Stato possegga un’agenzia di stampa, questo potrebbe alimentare dubbi sull’effettiva libertà di informazione della stessa”.
“Garantisco che non c’è stata e non ci sarà nessuna influenza nel corso del mio mandato, ma non potete chiedere a me conferme in tal senso né per il passato né per il futuro” ha poi concluso Giorgetti.