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Vaccino Covid: sì al rinvio del richiamo, la tesi di Remuzzi

Covid: quanto è efficace vaccinare con la prima dose e rimandare il richiamo oltre i limiti stabiliti? La tesi del professore Remuzzi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il professore Giuseppe Remuzzi, con un articolo pubblicato lungo le colonne del Corriere della Sera, ha sostenuto che sarebbe auspicabile procrastinare il ‘richiamo’ vaccinale e procedere più speditamente con la somministrazione delle prime dosi. Una riflessione che nasce dal fatto che il piano di vaccinazioni anti Covid in Italia rischia di subire delle variazioni e dei ritardi dopo che Pfizer ha fatto sapere che non riuscirà a consegnare tutti i vaccini promessi entro i tempi previsti.

Chi ha già cominciato ad adottare una simile strategia è l’Inghilterra che ha già vaccinato più di 4 milioni di persone con una prima dose di vaccino Pfizer BioNTech. I britannici stanno ritardando la seconda somministrazione fino a dodici settimane violando le raccomandazioni delle autorità regolatorie. Naturalmente il punto è questo: hanno ragione gli inglesi oppure no?

Secondo Remuzzi l’efficacia di una sola dose del vaccino Pfizer arriva all’80% e anche più (l’esperto si appella al rapporto JCVI – Joint Committee of Vaccination and Immunisation del Regno Unito, del dicembre 2020). Altri studi dicono però che l’immunizzazione sia del 52,4% con una sola dose.

“Sì, ma solo se si contano anche quelli che si ammalano prima del dodicesimo giorno dalla somministrazione – spiega Remuzzi -, quando il sistema immune non ha ancora fatto in tempo ad organizzarsi”.

Il professore si affida quindi ai numeri: “Immaginiamo di avere un per milione di dosi di vaccino e di voler proteggere 1 milione di persone; se facciamo due dosi — considerata un’efficacia del 95% — proteggiamo 475mila persone. Con una singola dose, invece, per un’efficacia anche solo dell’80%, ne proteggiamo 800 mila. Messa così l’idea del Regno Unito di spostare perlomeno di qualche mese la seconda somministrazione a me non sembra così strampalata”.

Capitolo anticorpi: con una sola dose somministrata se ne formano abbastanza? “Di sicuro non lo sappiamo, però sappiamo che per essere protetti perlomeno nei confronti della malattia non c’è bisogno di un livello particolarmente alto di anticorpi; ci si potrà forse infettare ma non ci si ammala”, aggiunge l’esperto.

Remuzzi spiega inoltre che il vaccino di Moderna contiene mRNA  tre volte tanto il vaccino Pfizer (100 microgrammi per ciascuna dose contro i 30 di Pfizer BioNTech): “Con questo vaccino la protezione che si ottiene dopo la prima dose — sempre tralasciando i primi giorni — supera addirittura il 90%. Vuol dire che con il vaccino Moderna è ancora più probabile che la seconda dose si possa rimandare almeno di qualche mese”.

A questo punto l’esperto sottolinea come “tutto questo alle autorità regolatorie non basta” in quanto mancano a oggi degli “studi controllati che comparano formalmente un richiamo fatto subito o rimandato di qualche mese”. Quindi “si deve continuare a vaccinare come propone l’industria”.

Remuzzi rimarca che il suo intervento sul tema non vuole essere un invito a mutare drasticamente e repentinamente rotta sulla strategia vaccinale in corso, ma uno spunto di riflessione per il futuro.

Fonte foto: ANSA
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