Coronavirus, cosa succede se le varianti resistono ai vaccini
Le varianti di coronavirus che ormai circolano in tutto il mondo potrebbero resistere ai vaccini. Ecco cosa succede se questo scenario si avvera
Le nuove varianti di coronavirus hanno destato più di qualche preoccupazione nella comunità scientifica, in merito al rischio che possano resistere ai vaccini finora sviluppati e utilizzati per la campagna vaccinale in tutto il mondo. Sebbene finora non siano state raccolte evidenze scientifiche in merito, gli esperti non escludono che ciò possa verificarsi.
Cosa succede se le varianti di coronavirus resistono ai vaccini
Ma cosa succederà se le varianti dovessero effettivamente mostrarsi resistenti ai vaccini e riuscissero a infettare anche chi ha sviluppato l’immunità? A chiarirlo è Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccini dell’Ema, che ha spiegato all’Ansa quanto tempo potrebbe passare prima di avere un nuovo vaccino efficace.
“Se gli attuali vaccini anti Covid-19 dovessero dimostrarsi inefficaci nel contrastare una o più varianti del virus SarsCoV2 – ha detto Cavaleri – potrebbero essere rimpiazzati nell’arco di qualche mese“.
Cavaleri: “Sarebbe lo scenario peggiore”
Per Cavaleri si tratterebbe dello “scenario peggiore“, ma al momento non sembra essersi ancora avverato. Finora, le varianti di coronavirus individuate sono più d’una: la prima e più significativa è quella inglese, individuata per la prima volta a settembre 2020 ma che ha iniziato a destare preoccupazione soltanto lo scorso dicembre.
A questa se ne sono aggiunte altre, come quella sudafricana e quella brasiliana, che secondo l’infettivologo Matteo Bassetti avrebbe subito una mutazione tale che esiste il rischio concreto che possa resistere ai vaccini.
Cavaleri ha precisato all’Ansa: “È difficile capire esattamente che cosa possa succedere. Fermo restando che il vaccino potrebbe comunque funzionare in modo sostanziale contro tutte queste varianti, non si può escludere che in futuro possa risultare efficace contro alcune e non contro altre”.
Quanto tempo servirebbe per rimpiazzare i vaccini
Se le varianti dovessero mostrarsi resistenti ai vaccini, “sarebbe necessario cambiare la composizione del vaccino in modo drastico”, ha detto Cavaleri.
E cosa accadrebbe ai vaccini attualmente in fase di somministrazione? Non sarebbero ritirati, ha osservato Cavaleri, ma dovrebbero essere al più presto rimpiazzati con nuovi vaccini, andando incontro a un processo che richiederebbe almeno due mesi: “Le aziende dovrebbero allestire un nuovo vaccino e affrontare un nuovo iter di registrazione molto veloce, al quale stiamo lavorando”.
Nel frattempo, i ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) stanno provando a mettere a punto un “vaccino jolly” che possa proteggere da tutte le varianti di Covid.