Uscito il libro postumo di Michela Murgia "Dare la vita": di cosa parla e qual è l'invito della scrittrice
Il nuovo libro (postumo) di Michela Murgia si intitola "Dare la vita". Parla, tra le altre cose, di un'idea rivoluzionaria di amore e famiglia
Martedì 9 gennaio è uscito il nuovo libro, postumo, di Michela Murgia, scomparsa lo scorso 10 agosto 2023 a causa di un tumore. Intitolato “Dare la vita”, il pamphlet pubblicato da Rizzoli tratta della rivoluzionaria idea di amore e famiglia che la nota scrittrice sarda aveva abbracciato prima di morire. Quella di una famiglia “elettiva”, all’interno della quale le relazioni contano più dei ruoli e vanno oltre i vincoli di sangue.
Michela Murgia e la maternità
Murgia inizia il suo libro spiegando perché la maternità, oggi in Italia, non è il momento più “interessante” della vita di una donna.
“Le campagne paternaliste come l’indimenticato Fertility Day, che scaricano sulle donne la responsabilità delle culle vuote, non solo non servono a nulla, ma sono offensive e umilianti – scrive l’autrice -. Le donne italiane ricominceranno a dare la vita quando per farla venire al mondo e crescerla non sarà più necessario amputare la propria“.
La maternità, a suo avviso, non va confusa con la gravidanza. In Italia vige infatti un diffuso “familismo amorale”, concetto basato sulla logica del “tengo famiglia” che vale però solo con un tipo di famiglia: quella patriarcale, binaria, eteronormata.
La famiglia queer e i soldi
All’opposto del “familismo” c’è la “famiglia queer”. Murgia prosegue il saggio raccontando la sua esperienza personale e l’inizio della lotta per il riconoscimento di una famiglia allargata.
Tante le disavventure, a partire dai viaggi con i 4 “figli d’anima” che dai documenti non risultavano suoi parenti, cosa che le trasmetteva il peso di vivere un rapporto non riconosciuto.
Spazio poi anche al tema dei soldi, che “hanno un ruolo nella dinamica della maternità d’anima, perché la famiglia queer è anche una realtà materiale”.
La gestazione per altri
La questione del denaro torna nel momento in cui l’autrice tratta il tema della gestazione per altri, che occupa la seconda parte del libro.
Murgia sottolinea che l’espressione “maternità surrogata” riduce la maternità alla sola gravidanza e per questo è più appropriato parlare di “gravidanza surrogata”.
Ma i punti toccati sono tanti e spaziano dai temi etici agli aspetti legali della questione (viene ricordato, peraltro, che 7 coppie su 10 che praticano la gestazione per altri sono eterosessuali).
Sull’aborto
“Dare la vita” parla – ovviamente – anche dell’aborto e di come il legame tra quest’ultimo e la gestazione per altri sia evidente: trattasi, infatti, di “due espressioni di arbitrio assoluto sulla vita nascente”.
“La gpa dal punto di vista formale non è altro che una gravidanza indesiderata – dato che per sé stesse non la si sarebbe intrapresa – portata a termine invece che interrotta”, spiega Murgia.
“Lo stesso principio che difende il diritto di interrompere una gravidanza dovrebbe, a rigor di logica, essere applicato al diritto di darle inizio e portarla a compimento a prescindere dal fatto che ci sia di mezzo un accordo economico“.