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Ucciso in Libia Bidja, il più importante trafficante di uomini del Paese e parte della Guardia Costiera libica

Il trafficante di esseri umani Bidja è stato ucciso a Tripoli, in Libia: era parte della Guardia Costiera libica

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

Agguato a Tripoli. Il trafficante di esseri umani Bidja, uno dei più importanti della Libia e membro della Guardia Costiera libica, è stato ucciso a colpi di pistola davanti all’Accademia Navale della capitale.

L’agguato a Bidja

Nella serata del 1 settembre a Tripoli il trafficante di esseri umani conosciuto come Bidja, vero nome Abdurahman Al Milad, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti all’Accademia Navale della capitale della Libia.

Un agguato probabilmente portato a termine da una delle tante bande armate che controllano la Libia e che il quotidiano la Repubblica, che ha dato notizia dell’uccisione, ha definito “in stile mafioso”.

Persone migranti appena sbarcate

Oltre che essere un trafficante di esseri umani, Bidja ha fatto per anni parte della cosiddetta Guardia Costiera libica, i gruppi armati che controllano le coste dello Stato nordafricano.

Chi era Bidja, il trafficante di uomini ucciso

Abdurahman Al Milad detto Bidja (a volte anche traslitterato Bija), era il più importante trafficante di esseri umani della Libia. Gestiva con i suoi gruppi armati le partenze dalle coste del Nort Africa verso l’Europa, soprattutto verso l’Italia.

Era entrato a far parte nel 2015 della cosiddetta Guardia Costiera libica, nonostante diversi report dell’Onu lo avessero descritto come un pericoloso criminale e un trafficante di esseri umani.

Dopo una breve sospensione nel 2018, dal 2019 era tornato nella Guardia Costiera, rimanendo a capo delle bande armate di Zawiya, mentre suo cugino Mohammed Koshalaf è tra i capi di una delle maggiori organizzazioni che permettono le partenze dei migranti.

Il mandato di cattura e le foto istituzionali

Su Bidja pendevano numerosi mandati di cattura a livello internazionale ma l’uomo non era mai stato arrestato né fermato in nessun contesto, anche se a volte è stato visto fuori dalla Libia.

Una delle sue apparizioni più clamorose fu proprio in Italia, quando partecipò insieme ad alcuni funzionari del ministero dell’Interno libico a un vertice sull’immigrazione clandestina dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) a Roma.

Furono il giornalista di Avvenire Nello Scavo e la free lance Nancy Porsia a rivelare l’accaduto, finendo entrambi poi sotto scorta per le minacce ricevute dopo aver dato la notizia.

Fonte foto: ANSA

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