Truppe di Israele entrano in Libano, via all'operazione via terra: spari di tank e blitz nei tunnel Hezbollah
Alcuni tank di Israele sono entrati in Libano, dando il via libera all'operazione via terra nel Paese mediorientale. Il ministro Tajani: "Situazione estremamente complicata"
Diversi tank di Israele sono entrati in Libano, dando il via libera all’operazione via terra ampiamente paventata dal Paese mediorientale. Nel frattempo, raid aerei e massicci attacchi di artiglieria contro postazioni di Hezbollah sarebbero in corso nel villaggio di confine di Wazzani, vicino a Ghajar. “Ci hanno informato di una serie di operazioni – ha fatto sapere il portavoce del dipartimento di Stato statunitense Matthew Miller durante una conferenza stampa -. Finora ci hanno detto che si tratta di operazioni limitate e focalizzate sulle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine”.
- Truppe di Israele entrano in Libano, iniziata l'operazione via terra
- Bombardamenti a Wazzani, Marjayoun e Khiam
- Il commento della Casa Bianca
- Le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani
Truppe di Israele entrano in Libano, iniziata l’operazione via terra
Il gabinetto di sicurezza israeliano avrebbe approvato “la fase successiva dell’operazione in Libano”, vale a dire l’operazione di terra.
Nel corso di una riunione di Gabinetto i ministri avrebbero protestato per le indiscrezioni provenienti dagli Stati Uniti sulla manovra. Lo riferisce la testata Ynet.
Secondo Haaretz, le truppe dell’Idf stanno attualmente sparando con carri armati e artiglieria nel sud del Paese. La tv israeliana Kan ha aggiunto che non è chiaro “su quale fronte si stiano concentrando le operazioni”.
Bombardamenti a Wazzani, Marjayoun e Khiam
Nel frattempo, il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano ha chiesto – attraverso un messaggio sui social – ai residenti di lasciare le case nella zona controllata da Hezbollah nel sud di Beirut.
L’agenzia di stampa statale libanese ha riferito di due ore di bombardamenti continui in alcune zone, soprattutto intorno a Wazzani, Marjayoun e Khiam.
“Posso solo vedere il bagliore delle granate che cadono in luoghi lontani dalla mia città”, ha dichiarato Najib al-Amil, il sacerdote della città di Rmeish. Lo riporta il New York Times.
Come riferito dalla Cnn, l’esercito libanese aveva evacuato i posti di osservazione al confine meridionale con Israele e si era trasferito in caserme nei villaggi di confine. Un funzionario militare aveva dichiarato all’Afp che le truppe stavavano “riposizionando e raggruppando le forze” al confine meridionale in seguito alle minacce di incursione israeliana.
Il commento della Casa Bianca
“Israele ha il diritto di difendersi da Hezbollah e dai gruppi sostenuti dall’Iran. Siamo in costante dialogo con gli israeliani sul modo migliore di procedere”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.
“Naturalmente vogliamo vedere un cessate il fuoco – ha proseguito Jean-Pierre – Capiamo che lo scopo strategico è quello di assicurarsi che Hezbollah non possa mantenere la capacità di attaccare le comunità israeliane sul lato opposto del confine”.
Le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani
“La situazione è estremamente complicata“, ha commentato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, contattato in diretta da Tg2 Post.
“Ci sono combattimenti in corso – ha aggiunto il leader di FI, citando in particolare le zone nel sud del Paese e la capitale Beirut – per la massima garanzia è bene che i cittadini italiani se ne vadano dal Libano“.