Trovato morto in Messico un giornalista scomparso da giorni: il corpo in un sacco di plastica e ammanettato
Il corrispondente si trovava in una zona, legata al contrabbando di eroina e oppio, in cui operano due importanti cartelli di droga
La libertà di stampa nel mondo è costantemente sotto minaccia e in alcuni paesi la strage dei giornalisti è all’ordine del giorno. In Messico il corpo di Luis Martìn Sànchez Iniguez, corrispondente del quotidiano La Jornada, è stato ritrovato in un sacco di plastica, ammanettato e con segni di violenza. Si tratta del primo giornalista ucciso in Messico nel 2023.
Il ritrovamento del corpo
Il giornalista 59enne Luis Martìn Sànchez Iniguez, corrispondente del quotidiano La Jornada in Messico, era disperso ufficialmente da mercoledì 5 luglio.
In una comunicazione sul sito web, il giornale per cui lavorava ha poi informato che un corpo, ritrovato nella città di Huachine, nel comune di Tepic, è stato identificato e appartiene al corrispondente scomparso.
Un tweet che annuncia il ritrovamento del corpo
Lo stato in cui il cadavere è stato rinvenuto non lascia dubbi al fatto che si sia trattato di un brutale omicidio. Il corpo, trovato in una zona rurale, era stato avvolto in sacchi di plastica e si trovava ammanettato.
Insieme a più segni di violenza su tutto il corpo, sul petto del giornalista sono stati trovati diversi messaggi, di cui gli investigatori non hanno però rivelato il contenuto.
Non è chiaro a cosa stesse lavorando Sànchez prima di essere assassinato, ma le modalità dell’omicidio e i messaggi lasciati sul corpo potrebbero far pensare sia stato giustiziato dai narcos, dato che nella zona operano due potenti cartelli di droga.
L’ultima chiamata alla moglie
Poco prima di scomparire nel nulla, Sànchez aveva parlato con la moglie al telefono mercoledì sera.
Poi nessuna notizia. In casa erano stati ritrovati vestiti, denaro e tutti gli altri beni in suo possesso, a eccezione del tesserino da giornalista, il computer, un cellulare e un disco rigido.
L’ultima volta era stato avvistato a Xalisco, una città di Nayarit nota per essere legata al contrabbando di eroina e oppio.
La strage dei giornalisti
Così come avviene per buona parte dei paesi del Sud America e dell’Asia, dove i giornalisti sono costantemente in pericolo per il loro lavoro – l’ultimo caso noto è quello di Elena Milashina, picchiata in Cecenia – anche il Messico è ogni anno in fondo alle classifiche del Rapporto per la libertà di stampa di Repoter senza confini.
Dal 2000, più di 150 giornalisti svolgendo il loro lavoro, di cui 13 nel 2022, e la maggior parte dei crimini è rimasta impunita.
Sànchez era il terzo corrispondente dello stesso giornale a essere assassinato: nel giro di pochi mesi nel 2017 erano morti Miroslava Breach, a Chihuahua e Javier Valdez a Sinaloa.