Torna in carcere il minorenne accusato dello stupro di gruppo a Palermo: si vantava sui social di quanto fatto
Il più giovane dei presunti responsabili dello stupro di Palermo è stato spostato dalla comunità al carcere
Torna in carcere il minore accusato dello stupro di Palermo. Il ragazzo, affidato inizialmente a una comunità, si vantava sui social di quanto fatto. Trasferiti intanto gli altri imputati per questioni di sicurezza.
- La comunità e i video sui social
- La decisione del giudice e il ritorno in carcere
- Il trasferimento degli altri imputati per lo stupro
La comunità e i video sui social
Uno dei ragazzi accusati dello stupro di Palermo, l’unico minorenne, è tornato in carcere. Era stato affidato dal magistrato a una comunità dopo che, secondo il giudice, aveva mostrato una rivisitazione critica di quanto accaduto.
Il giovane però avrebbe immediatamente abusato dei privilegi concessigli dalla sua posizione al di fuori delle istituzioni penitenziarie, utilizzando i social, in particolare TikTok, per vantarsi di quanto fatto.
In particolare il ragazzo ostentava una presunta intoccabilità, chiedeva di iscriversi al proprio profilo per poter fare una trasmissione in diretta in cui avrebbe spiegato gli eventi dello stupro e ringraziava le sue fan per i messaggi scrittigli in privato.
La decisione del giudice e il ritorno in carcere
Il comportamento del ragazzo ha immediatamente fatto cambiare idea alla giudice per le indagini preliminari Antonia Pardo, che ha registrato l’assenza di consapevolezza del reato commesso nel giovane.
“Avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità ha continuato a utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informatico per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali” ha scritto il magistrato.
Di conseguenza il ragazzo è tornato in carcere, perdendo i suoi privilegi, proprio mentre i suoi amici e complici dello stupro venivano trasferiti per ragioni di sicurezza.
Il trasferimento degli altri imputati per lo stupro
Gli altri sei coinvolti nei fatti della notte tra il 3 e il 4 luglio sono infatti stati spostati dal carcere palermitano a quelli di Castelvetrano e Termini Imerese, a causa di alcune minacce ricevute dai detenuti.
Secondo quanto riportato dalle autorità infatti, la carenza di organico e il sovraffollamento del penitenziario non permettevano di garantire la sicurezza dei sei, che rischiavano di essere aggrediti.
“È ovvio che, in condizioni di pesante carenza di organico, i livelli di sicurezza si abbassino, quindi per salvaguardare l’incolumità dei soggetti ha fatto bene il comando di Pagliarelli a richederne il trasferimento” ha dichiarato il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria della Sicilia Gioacchino Veneziano.