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Rai, il compenso di Fabio Fazio per "Che tempo che fa"

2 milioni e 240mila euro all'anno per quattro anni, cui sommare il versamento alla società che produce il programma

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il Corriere della Sera analizza nell’edizione on line i termini del contratto che lega Fabio Fazio alla Rai, stipulato nel 2017. La materia è oggetto di querelle a distanza con Matteo Salvini ma anche il presidente della Rai, Marcello Foa, ha recentemente definito troppo alto il compenso. Si prevede che il conduttore percepisca 2.240.000 euro lordi all’anno, per quattro anni, per un totale che, nel 2021, alla scadenza dell’accordo sarà di 8.890.000 euro. Questo, in cambio di un’opera “sia artistica che professionale”, quindi con Fazio impegnato sia coma autore che come conduttore.

Il compenso di Fabio Fazio e della sua società

C’è tuttavia, come già, in passato, avevano riportato Il Giornale e Il Fatto Quotidiano, un’entrata ulteriore, perché, per la realizzazione del programma, il contratto prevede un versamento di 10 milioni in quattro anni della Rai alla società Officina srl, che per metà è posseduta da Magnolia e per l’altra metà dallo stesso Fazio. In una intervista ad Aldo Cazzullo ripresa nell’articolo odierno, il conduttore diceva che ogni puntata costa 450.000 euro, “la metà di qualunque varietà, molto meno di qualunque fiction”, aggiungendo ancora che “il programma è interamente pagato dalla pubblicità”.

Il taglio di “Che tempo che fa” non farà risparmiare

L’accordo tra le parti prevede la produzione di 64 puntate a stagione di “Che tempo che fa”. Questo aspetto, rileva il Corriere, apre due domande, ovvero se le tre puntate del lunedì che saltano in questo mese di maggio verranno recuperate in altri momenti, per rispettare il parametro, e se il loro taglio porterà un risparmio per la Rai. Siccome, tuttavia, uno dei termini dell’accordo è che il contratto possa essere modificato solo con una trattativa tra le parti, un atto unilaterale della Rai esporrebbe l’azienda al pagamento di penali. Sembra quindi, conclude il Corriere, che non si possano immaginare tagli del compenso legati alla riduzione delle puntate trasmesse.

Fonte foto: ANSA

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