Terrore al centro commerciale di Assago, un calciatore ha fermato e disarmato l'aggressore: la ricostruzione
Alle porte di Milano, un 46enne ha accoltellato e ucciso il cassiere di un Carrefour e ferito gravemente altre cinque persone, tra cui un nome noto
Il 46enne che nel tardo pomeriggio di ieri ha accoltellato diverse persone in un centro commerciale dell’hinterland di Milano, uccidendone una, è stato fermato e disarmato da un ex calciatore di Serie A. Un altro è invece stato colpito da un fendente alla schiena. Nella notte è avvenuto il primo interrogatorio con il pm Paolo Storari.
- Interrogato l'uomo che ha ucciso un cassiere del centro commerciale
- La ricostruzione del pomeriggio di terrore al Carrefour di Assago
- Fermato da un calciatore dopo averne ferito un altro: di chi stratta
- Esclusa pista del terrorismo, si pensa a una patologia psichiatrica
Interrogato l’uomo che ha ucciso un cassiere del centro commerciale
Secondo quanto è emerso, l’aggressore Antonio Tombolini, un disoccupato, avrebbe gravi problemi psichici. È accusato di omicidio e tentato omicidio plurimo.
L’interrogatorio è iniziato davanti alla telecamere, secondo quanto fanno sapere fonti investigative, che hanno registrato tutte le dichiarazioni dell’uomo.
La ricostruzione del pomeriggio di terrore al Carrefour di Assago
Il 46enne ha rischiato di commettere una strage all’interno del centro commerciale Milano Fiori di Assago, alle porte del capoluogo lombardo.
Dopo aver afferrato un coltello da un espositore all’interno del supermercato Carrefour, senza alcun preavviso ha iniziato a colpire i dipendenti e i clienti del negozio.
Ha ucciso un cassiere di 30 anni e ferito altre cinque persone, che hanno dai 28 agli 81 anni. Tre di loro sono state trasportate in in ospedale con il codice rosso, ma non sarebbero in pericolo di vita.
Fermato da un calciatore dopo averne ferito un altro: di chi stratta
Il 46enne è stato fermato e disarmato da Massimo Tarantino, ex calciatore dell’Inter, del Napoli e del Catania. “Urlava, urlava e basta”, ha raccontato davanti ai cronisti accorsi sul posto lo sportivo, che oggi è un dirigente.
A chi lo ha definito eroe, ha risposto con umiltà: “Io non ho fatto niente“. Insieme a lui, sul posto, c’era un altro famoso collega, che è rimasto ferito.
Si tratta di Pablo Marì, difensore spagnolo del Monza, che stava facendo la spesa con la moglie e il figlio. Il fendente che lo ha raggiunto alla schiena non gli avrebbe procurato danni preoccupanti. È stato ricoverato all’ospedale Niguarda.
Esclusa pista del terrorismo, si pensa a una patologia psichiatrica
Antonio Tombolini, in passato, sarebbe stato ricoverato in un reparto di psichiatria. Sarebbe anche tornato in ospedale il 18 ottobre per degli atti autolesionistici al volto e al cranio.
Quello che inizialmente è apparso come un atto terroristico, sarebbe invece per gli inquirenti l’esplosione improvvisa di una crisi psichica. Ma i contorni della vicenda sono ancora da chiarire nel loro complesso.