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Coronavirus: tampone a calciatori e non ai medici, è polemica

La denuncia arriva da un primario della Lombardia, in prima linea contro la diffusione di Covid-19. Arrabbiata anche Selvaggia Lucarelli

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Continua l’emergenza coronavirus per medici e infermieri, impegnati in prima linea a combattere contro il contagio. Dall’ospedale di Magenta (Milano), il primario di Medicina interna ha denunciato le condizioni estreme dei lavorati in camice. Il dottor Nicola Mumoli, in una lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera, ha inoltre sottolineato la carenza di tamponi per gli operatori sanitari, anche se sembrerebbe che calciatori, politici e attori riescano ad accedere con facilità ai test.

Anche Selvaggia Lucarelli, in un post su Facebook, si era chiesta come fosse possibile con le linee guida attuali che così tanti vip, principalmente asintomatici, avessero avuto accesso al test.

Mancano i tamponi per gli operatori sanitari: la denuncia del medico

Oltre 130 pazienti affetti da Covid-19 sono in cura nel reparto diretto da Nicola Mumoli. L’impegno del personale “si concretizza in giornate di lavoro che ormai, è noto, disconoscono orari, riposo e recuperi, ma che soprattutto si nutre inspiegabilmente di quella generosa follia che ci fa esporre ogni giorno allo stesso rischio da cui chiunque invece si difende”.

“Sono attualmente 2.629 i sanitari contagiati“, ovvero l’8,3% del totale dei colpiti, “e tra essi 14 vittime. Tutti hanno nascosto sotto una mascherina la propria identità, nessuno ha cercato visibilità, di loro nessuno ha parlato perché queste notizie ‘non fanno più rumore del crescere dell’erba‘, come scriveva Giuseppe Ungaretti”, sottolinea il primario.

“Una mia collaboratrice, impegnata da subito in questa battaglia e con contatti quotidiani con pazienti affetti da Covid-19, pochi giorni fa si è ammalata, manifestando sintomi e segni tipici della patologia virale. Contattati più volte i numeri di emergenza nazionale, le è stato negato il tampone“, ha denunciato il medico tramite il Corriere della Sera.

“Oggi le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di calciatori, attori e politici che esattamente come la mia collaboratrice hanno avuto ‘contatti con persone positive e sintomi da virosi’, ma cui, a differenza della dottoressa, è stato eseguito il tampone, e quindi formulato un corretto programma sanitario di controllo“, ha spiegato Nicola Mumoli.

“Non conoscere, ma solo ipotizzare per la mia collaboratrice un contagio da coronavirus, oltre a essere ragione di preoccupazione e angoscia, non le consente di applicare le linee guida in fieri sull’eventuale assunzione di farmaci antiretrovirali, né di scegliere i corretti tempi del rientro al lavoro”, ha dichiarato ancora nella sua lettera aperta.

“Inevitabile il pensiero di chiunque: grande solidarietà con il personale sanitario, striscioni ovunque, slogan buonisti sbandierati da tutti, ma di fatto solo discriminazione e ipocrisia. Se si deve scegliere tra un calciatore e un medico non ci sono dubbi, e ci sentiamo condannati a sparire sotto quella mascherina che indossiamo ogni giorno con grande fierezza, esercitando un lavoro che mai come ora consideriamo un privilegio“, ha concluso il medico sulle pagine del Corriere della Sera.

Tamponi a calciatori asintomatici, lo sfogo di Selvaggia Lucarelli

Anche Selvaggia Lucarelli ha scritto un post su Facebook sullo stesso argomento. “Io esigo spiegazioni sul perché in Lombardia non stiano facendo tamponi a gente moribonda a casa e Paulo Dybala, fidanzata e ‘un’altra persona’, dunque sia lui e che i due asintomatici, hanno potuto fare i tamponi”.

“Adesso voglio sapere perché esiste una corsia preferenziale per i vip, che siano calciatori, giornalisti, conduttori e figli di manager, come il figlio di Tronchetti Provera che era asintomatico, per dirne una. La salute non dovrebbe privilegiare nessuno e che questo accada mentre centinaia di persone chiamano disperate chiedendo tamponi per persone che stanno male, mi fa in*****re a livelli inauditi”, ha proseguito la giornalista sul social.

“Esiste un modo per fare i tamponi privatamente e a pagamento? Bene, diteci dove comprare i kit o il servizio. O deve saperlo solo Paulo Dybala? Non esiste un modo per farlo privatamente e lo fanno in strutture pubbliche? Peggio ancora“, si è chiesta Selvaggia Lucarelli.

“Le strutture pubbliche non potrebbero farlo a chi si presenta lì con sintomi lievi, figuriamoci agli asintomatici. E se Paulo Dybala lo fa in una clinica privata grazie alla Juve, poi ci sono i giornalisti come Nicola Porro che l’hanno fatto all’istituto Spallanzani, struttura pubblica. Questa storia deve finire. Chiarezza, c***o. O tutti o nessuno“, ha concluso, arrabbiata, la giornalista.

Fonte foto: Ansa
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