Sullo ius scholae Forza Italia apre e la Lega frena, frattura nel governo: quanti nuovi italiani ci sarebbero
La Lega attacca Forza Italia sul fronte dello ius scholae. In un post su Facebook, il Carroccio ha criticato l'apertura a un cambio della legge sulla cittadinanza da parte di Antonio Tajani e compagni
È scontro tra Lega e Forza Italia sul fronte dello ius scholae. In una nota, il Carroccio ha criticato l’apertura a un cambio della legge sulla cittadinanza da parte di Antonio Tajani e compagni. “Non c’è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie”, ha attaccato il partito guidato da Matteo Salvini.
- Lo scontro tra Lega e Forza Italia sullo ius scholae
- La differenza tra ius soli e ius scholae
- Le posizioni dei partiti di maggioranza sullo ius scholae
Lo scontro tra Lega e Forza Italia sullo ius scholae
“La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano”, si legge in un post condiviso dalla Lega su Facebook.
In allegato alla comunicazione, la foto di Elly Schlein e dell’alleato di Governo Antonio Tajani, in accompagnamento a un articolo di Repubblica intitolato: “Il Pd rilancia lo ius soli. FI apre un varco a destra: ‘Un testo sulla cittadinanza basato sugli anni di studio'”.
Non si è fatta attendere la reazione di Forza Italia, che tramite il portavoce nazionale Raffaele Nevi si è detta dispiaciuta dell’attacco da parte di un alleato di coalizione.
“Noi abbiamo ribadito quella che è la nostra linea da sempre – ha sottolineato Nevi – ma non fa parte del programma di governo ovviamente. Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo Ius soli ma siamo invece aperti allo Ius Scholae. Come disse Berlusconi, noi siamo per favorire l’integrazione. E la scuola è il motore di questa integrazione“.
La differenza tra ius soli e ius scholae
Il principio dello ius soli prevede che la cittadinanza sia acquisita per il fatto di essere nati sul territorio dello stato. Essa è quindi legata al luogo di nascita.
Nel nostro Paese lo ius soli viene concesso solo in casi eccezionali. In particolare, nel caso di figli di genitori ignoti, di figli di genitori apolidi e di figli di genitori stranieri che per qualche ragione sono impossibilitati a “trasmettere” loro la cittadinanza.
Lo ius scholae, invece, prevede l’ottenimento della cittadinanza al termine di un ciclo di studi.
Un testo di riforma della legge, arenatasi nel Giugno 2022 dopo il cambio di Governo, esiste. Esso prevede il riconoscimento della cittadinanza per i minorenni stranieri nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni che abbiano risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia, e che abbiano frequentato regolarmente almeno 5 anni di studio nel nostro Paese, in uno o più cicli scolastici.
In caso si parli di scuola primaria, è obbligatorio il superamento del ciclo di studi con esito positivo.
Secondo i dati di uno studio della fondazione Leone Moressa, ad oggi la legge sullo ius scholae avrebbe riguardato 135mila alunni considerati ancora stranieri, più 6-7 mila nuovi beneficiari ogni anno.
Le posizioni dei partiti di maggioranza sullo ius scholae
Per quanto riguarda i partiti della maggioranza al governo, la Lega si è sempre detta contraria alla riforma sulla cittadinanza.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, invece, sarebbe necessario per gli studenti stranieri il completamento di tutti i 10 anni di scuola dell’obbligo.
Forza Italia è sempre stata favorevole “al principio, ma i 5 anni che propone la sinistra non bastano, dev’esserci un percorso di 8 anni con l’esame di terza media“, come spiegato in passato dal suo segretario Antonio Tajani. Il cambio intrapreso ora dal partito fondato da Silvio Berlusconi, tuttavia, potrebbe cambiare le carte in tavola.