Suicidio a Senigallia, 15enne si spara oppresso dal bullismo: tormentato da tre ragazzi, la rabbia della madre
La madre del 15enne che si è suicidato a Senigallia ha presentato denuncia per bullismo, consegnando anche i dispositivi digitali del ragazzo
Dopo la denuncia per bullismo presentata dai genitori del ragazzo di 15 anni che si è ucciso a Senigallia, i Carabinieri indagano per istigazione al suicidio. Il giovane era stato preso di mira da tre coetanei, che avrebbero continuato a vessarlo nonostante i diversi tentativi di porre un termine a quegli atteggiamenti.
La tragedia a Senigallia
Si era allontanato da casa nella notte, portando con sé la pistola del padre, un vigile urbano. Un’arma usata per togliersi la vita, come confermato dal triste esito delle ricerche del 15enne, che si è suicidato nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 ottobre in un casale di campagna di Montignano, frazione di Senigallia (Ancona).
Un gesto estremo al quale il giovane è giunto a causa delle continue vessazioni subìte da tre coetanei, dei compagni di classe che lo hanno bullizzato per lungo tempo, nonostante i numerosi tentativi di dialogo per porre un freno ai loro atti persecutori.
E ora che il ragazzo non c’è più i suoi genitori, ai quali lui stesso aveva confidato quanto gli stava accadendo, non si danno pace. La madre del ragazzo, come riportato da Ancona Today, continua a farsi solo una domanda: “Perché hanno voluto distruggere mio figlio?”.
La denuncia per bullismo
Il padre e la madre del giovane erano separati da molti anni, ma sono sempre stati entrambi molto presenti nella vita del figlio, e hanno intenzione di andare fino in fondo a questa vicenda.
I due hanno difatti presentato denuncia per bullismo ai Carabinieri, individuando anche i tre compagni di classe che avrebbero per lungo tempo bullizzato loro figlio, portandolo infine a compiere un gesto estremo e disperato.
Inoltre, nella giornata di ieri (lunedì 14 ottobre) i due genitori hanno consegnato spontaneamente ai Carabinieri di Marzocca (frazione del comune di Senigallia) la PlayStation e il computer del 15enne, che va quindi ad aggiungersi allo smartphone già in possesso delle forze dell’ordine.
Le parole dell’avvocato
Come spiegato dall’avvocato Pia Perricci del foro di Pesaro, al quale i familiari della vittima hanno dato mandato, quella del 15enne “era una famiglia affiatata, il ragazzino si confidava, era seguito dai genitori che hanno sempre impostato la loro vita tenendo conto del figlio e delle sue esigenze”.
“Quando si sono resi conto del disagio hanno deciso di rivolgersi alla scuola – ha poi chiarito l’avvocato – Ma con c’è stato il tempo”.
Le offese ai danni del giovane sarebbero avvenute anche in classe, davanti agli altri compagni. La questione ora coinvolgerà anche la Procura dei minori. Intanto, nel pomeriggio di oggi sarà effettuata l’autopsia, che dovrà confermare l’orario della morte del giovane e la volontarietà del suo gesto.