Strage di Foggia, è ancora giallo sul movente: escluse due piste

Si continua ad indagare per arrivare a capire il movente della Strage di Foggia, nella quale Ciro Curcelli, ispettore capo della Polizia Penitenziaria, ha ucciso la moglie e le due figlie prima di togliersi la vita lui stesso con un colpo di pistola.

Secondo quanto riferisce il ‘Corriere della Sera’, gli investigatori escludono come movente della strage problemi economici o di coppia.

L’attenzione di chi indaga si starebbe concentrando sulla vita personale e professionale dell’agente che, stando ai racconti dei colleghi di lavoro, non era apparso stanco e non aveva dato segnali di depressione. Curcelli è stato definito da tutti una persona schiva e riservata, ma molto equilibrata nonché un grande professionista nel suo lavoro.

Non desterebbe meraviglia che l’agente di Polizia Penitenziaria avesse in casa la pistola d’ordinanza, in quanto la legge prevede che l’arma possa essere custodita nell’armeria o nell’abitazione.

Anche l’altro figlio Antonio, che si è salvato perché lavora a Ravenna, ha raccontato agli inquirenti che lo hanno interrogato che nella sua famiglia non vi era alcun problema.

Gli investigatori, per trovare un indizio sul movente della strage, hanno posto l’attenzione anche sui tabulati telefonici. Nelle prossime ore, inoltre, si svolgerà l’autopsia sui quattro corpi.