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CRONACA NERA

Strage di Paderno Dugnano, la ricostruzione nella confessione del 17enne: cosa è successo e il piano iniziale

Cos'è successo nella villetta di Paderno Dugnano? La ricostruzione del 17enne: le coltellate, le urla e l'assenza di movente

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

È un racconto agghiacciante, quello della strage di Paderno Dugnano (Milano) che arriva dalle parole dell’unico responsabile. Nella cronaca, la lettura dei fatti si protende per minuti, ma tutto è avvenuto in pochi secondi. Gli stessi nei quali si sono consumati i massacri di famiglia più noti della storia italiana degli ultimi 50 anni. Dopo i primi colpi, gli altri si sono susseguiti in una pioggia di violenza e sangue. Poi la chiamata alle forze dell’ordine, la prima versione e infine quella definitiva. Così il 17enne che ha sterminato il fratellino, la madre e il padre – questo l’ordine dei caduti – ha raccontato la mattanza.

Il racconto della strage

La sera prima, nell’abitazione di via Anzio, la famiglia ha festeggiato il compleanno del padre Fabio con 51 candeline. Poi sono andati tutti a letto ma il 17enne è rimasto sveglio. Ha atteso delle ore per accertarsi che tutti si fossero addormentati, poi è sceso al piano terra, nella zona giorno, per afferrare “un coltello da carne” e si è diretto verso la stanza del fratellino Lorenzo, di appena 12 anni.

Il 17enne si aspettava che per ucciderlo bastasse un solo fendente, ma così non è stato. Le urla del fratellino avrebbero svegliato i genitori che si sono precipitati per capire cosa stesse accadendo.

Gli investigatori di fronte alla villetta in cui si è consumata la strage di Paderno Dugnano. Il figlio 17enne ha confessato dopo una prima versione che non convinceva gli inquirenti

La madre, Daniela Albano, sarebbe arrivata per prima e avrebbe urlato al 17enne di chiamare i soccorsi, ma anche lei è stata raggiunta da una serie di fendenti. Infine è toccato al padre, che una volta dentro la stanza del 12enne avrebbe trovato i corpi senza vita della moglie e del secondogenito.

Fabio, anch’egli, avrebbe gridato al 17enne di chiamare i soccorsi, poi si sarebbe chinato per tentare di aiutare la donna e il bambino. In quel momento il figlio più grande lo avrebbe colpito. Il tutto con quel coltello dalla lama lunga circa 20 centimetri. Tutte le vittime avrebbero ricevuto “tante coltellate, anche al collo“, dicono gli inquirenti.

La prima versione

“Ho ucciso mio padre, venite”. In un primo momento il 17enne ha raccontato di essere intervenuto dopo che il padre, Fabio, aveva ucciso la moglie e il figlio Lorenzo di 12 anni. Gli inquirenti hanno subito notato delle falle in quella versione.

Infine il ragazzo, incalzato dagli investigatori, ha confessato: “Li ho uccisi io”. Al loro arrivo, i carabinieri lo hanno trovato di fronte al cancelletto della villetta con il coltello insanguinato ancora tra le mani.

Il piano iniziale

In un primo momento il 17enne avrebbe voluto raccontare un altro fatto. Come riporta Corriere della sera: “Volevo raccontare che era stata mamma a uccidere il papà e mio fratello Lorenzo. Poi avrei detto che l’avevo colpita con il coltello”.

Il movente

Tecnicamente, in termini investigativi un movente non c’è. Lo stesso 17enne non è in grado di spiegare il motivo per cui ha sterminato la sua famiglia, ma riconosce un profondo malessere con il quale ha convissuto per anni, un pungente sentimento di estraneità al mondo e l’incapacità di trovare una posizione e all’interno del tessuto famigliare e nei contesti sociali, dalla scuola agli amici.

Le indagini continuano. Gli inquirenti e gli esperti sono al lavoro per individuare il fattore scatenante che ha portato all’esplosione della notte tra il 31 agosto e il 1° settembre. Nel frattempo, dal racconto di vicini, amici e parenti delle vittime, è emerso che la famiglia non avrebbe mai dato alcun segnale di tensione.

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