Strage di Altavilla Milicia, Carandente accusa Barreca: "Ci ha sequestrati nella villetta, aveva i demoni"
Giovanni Barreca avrebbe sequestrato Fina e Carandente per costringerli ad assistere alla strage di Altavilla Milicia: il nuovo scenario dei coniugi
Continua il rimbalzo di responsabilità tra i due fronti, quello di Giovanni Barreca e quello dei coniugi palermitani Massimo Carandente e Sabrina Fina, tutti in carcere dopo la strage di Altavilla Milicia oltre alla figlia 17enne dell’imbianchino di 54 anni. A prendere la parola, ora, è Carandente, che rispedisce al mittente le accuse per le torture degenerate con la morte nella villetta degli orrori.
- Massimo Carandente accusa Giovanni Barreca
- Il ruolo di Kevin nella strage di Altavilla Milicia
- Perché la figlia 17enne è scampata alla mattanza, secondo Barreca
Massimo Carandente accusa Giovanni Barreca
Se da una parte Giovanni Barreca e la figlia 17enne puntano il dito contro Sabrina Fina e Massimo Carandente, dall’altra la coppia palermitana si dice estranea alle violenze, le torture e gli omicidi. Nel corso dei recenti colloqui di Carandente con gli avvocati, dal carcere, l’imbianchino avrebbe avuto un piano ben preciso dopo aver sterminato la sua famiglia: tenere prigionieri i coniugi “fratelli di Dio” e incastrarli.
Nello specifico, Carandente e Fina si sarebbero recati alla villetta di Altavilla Milicia solamente per “pregare e digiunare” – riporta ‘Sussidiario.net’ da fonti locali – mentre Barreca “mosso dal demonio” avrebbe chiuso il catenaccio del cancello per impedire loro di lasciare la casa e per costringerli, dunque, ad assistere alla strage.
Un vero e proprio sequestro, quindi, quello descritto da Massimo Carandente. Sempre quest’ultimo racconta di aver visto “i demoni davanti a sé” e di aver sentito una forte presenza demoniaca all’interno della villetta. Ciò si sarebbe reso più palese proprio quando Barreca avrebbe deciso di tenere la coppia prigioniera all’interno della villa per portare a compimento un non meglio precisato piano esclusivo.
Una versione, quella di Carandente, che cozza frontalmente con quella di Barreca, che addirittura indica la presenza di una sorta di regia dietro l’operato della coppia. L’ipotesi è al vaglio degli inquirenti.
Il ruolo di Kevin nella strage di Altavilla Milicia
Secondo l’ordinanza di cui fa menzione ‘Giornale di Sicilia’, il giovanissimo Kevin (16 anni) avrebbe partecipato solo in parte al così riportato rito di purificazione di cui la villetta sarebbe stata il teatro. Kevin, ricordiamo, è una delle vittime insieme al fratellino Emmanuel (5 anni) e la madre Antonella Salamone (42).
Nello specifico, Kevin avrebbe inizialmente assistito all’uccisione della madre per poi aiutare i responsabili nel seppellimento e nel rogo della donna. Successivamente il ragazzino si sarebbe ribellato diventando aggressivo. Per questo gli adulti avrebbero deciso di immobilizzarlo “con una catena piena di ruggine, cavi e fili”. A tal proposito, un referto medico dimostrerebbe la presenza di ematomi e graffi sulle braccia di Sabrina Fina, che sarebbe stata anche morsa ad un polpaccio da parte dello stesso Kevin.
Perché la figlia 17enne è scampata alla mattanza, secondo Barreca
La figlia 17enne di Giovanni Barreca, ricordiamo, inizialmente era stata riportata come la vittima scampata all’orrore, salvatasi solo perché si era nascosta nella sua stanza. In quella stanza – si scriveva – era stata rinvenuta con lo sguardo perso nel vuoto e in stato di choc.
Successivamente è venuto fuori che la ragazza, per sua stessa ammissione, avrebbe preso parte attivamente alla strage della villetta di Altavilla Milicia. Recentemente Barreca ha rivelato che sua figlia, che dopo la morte dei fratellini e della madre sarebbe stata presa di mira dalla coppia palermitana, si sarebbe salvata per il sopraggiungere di una bufera di vento.
Le condizioni meteo avverse avrebbero spaventato sia Barreca che Fina e Carandente, convinti che quella fosse una manifestazione demoniaca. Per questo motivo, dopo aver bendato e chiuso a chiave la 17enne nella sua stanza, i tre adulti avrebbero lasciato la villa senza portare a conclusione il massacro.