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Bannon si consegna all'Fbi per l'attacco a Capitol Hill: le accuse

L'ex stratega di Donald Trump dovrà rispondere di oltraggio al Congresso per l'assalto al Campidoglio

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

L’ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon, si è consegnato spontaneamente agli uffici dell’Fbi di Washington dopo essere stato incriminato per oltraggio al Congresso per aver negato la sua collaborazione alla commissione della Camera che sta indagando sull’assalto a Capitol Hill. La sua comparizione davanti al tribunale è attesa in giornata.

Bannon si consegna all’Fbi per l’attacco a Capitol Hill: i capi di imputazione

Bannon dovrà rispondere di due capi di imputazione: da una parte non aver testimoniato sui fatti del 6 gennaio scorso e dall’altra per non aver consegnato i documenti richiesti, rivendicando il privilegio esecutivo sugli atti della sua presidenza, invocato da Trump per rifiutarsi di consegnare i documenti richiesti.

Se dovesse essere condannato, tra le due accuse, rischierebbe una pena di due anni di carcere e 100mila dollari di multa.

Secondo la repubblicana Liz Cheney, componente della Commissione, “il rifiuto di Bannon suggerisce l’idea che Trump sia stato personalmente coinvolto nella pianificazione ed esecuzione delle violenze”.

A rischiare ora è anche l’ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, che come Bannon, si è rifiutato di collaborare con la Commissione del Congresso che indaga sull’assalto a Capitol Hill.

Bannon si consegna all’Fbi per l’attacco a Capitol Hill: le dichiarazioni

 “Combatteremo sempre il regime di Joe Biden” ha dichiarato Steve Bannon, guardando dritto nelle telecamere mentre si consegnava alle autorità federali.

“Voglio che voi, ragazzi, restiate concentrati sul messaggio… questo è tutto rumore”, ha detto l’ex stratega ed ex chief executive della campagna elettorale di Trump, rivolgendosi ai seguaci della destra ultraconservatrice. Il suo appello è rimbalzato nel mondo dei social, dove si è diffuso rapidamente tra i fan dell’ex presidente.

Tra i principali artefici della vittoria elettorale alle presidenziali del 2016 di Donal Trump, Bannon è riuscito a sfruttare il consenso scatenato dal sito di estrema destra Breibart di cui era a capo. Dopo un breve periodo come stratega alla Casa Bianca, da dove è stato licenziato nell’agosto del 2017.

Lo scorso anno è stato arrestato ed incriminato dai federali per frode nei confronti sostenitori di una campagna privata di raccolta fondi per la costruzione del Muro sul confine con il Messico.

Bannon si consegna all’Fbi per l’attacco a Capitol Hill: la reazione di Sgarbi

Per il deputato italiano Vittorio Sgarbi l’arresto di Steve Bannon “è un errore grave di una presidenza fallimentare. È un arresto sulla base delle opinioni, perché lui era in auge durante la presidenza Trump. Un’azione sbagliata e irricevibile”.

“Tutte queste operazioni, come quelle contro i no-vax, sono limitative di libertà di opinioni che possono essere discutibili ma sono opinioni rispettabili –  ha detto il critico d’arte all’Adnkronos – Neanche la chiesa è stata così severa. La chiesa non ha cacciato Lefevre: se uno prende una posizione non condivisibile, non per questo deve essere trattato come un delinquente”.

Oltretutto, aggiunge il deputato, “Bannon aveva avuto importanti sostegni di quelli che al tempo erano al governo, cioè di Salvini”.

Fonte foto: ANSA
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