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Stefano Massini e il monologo antifascista al concerto del Primo Maggio: la polemica contro polizia e Digos

Stefano Massini e il monologo antifascista al concerto del Primo Maggio al Circo Massimo di Roma: la polemica dello scrittore contro polizia e Digos

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Alessandro Balbo

GIORNALISTA

Giornalista professionista e redattore televisivo, si occupa soprattutto di Esteri, geopolitica, immigrazione e Scienza. Laureato in comunicazione politica, da sempre interessato alla storia e ai fatti del mondo, ha realizzato reportage e approfondimenti per diverse testate nazionali e programmi divulgativi.

Polemica contro polizia e Digos per lo scrittore Stefano Massini, che dal palco del concerto del Primo Maggio a Roma si è speso in un monologo antifascista e ha denunciato la strage delle morti sul lavoro. “Uno sfascio, un massacro”, ha detto Massini, “Io sono antisfascista, si può dire? Se dici antifascista ti identifica la Digos“. E sul lavoro: “In Italia si può morire due, tre, quattro volte“. Le sue parole, che si aggiungono alle provocazioni e critiche lanciate sullo stesso palco da altri ospiti come Morgan e Dargen D’Amico.

Il monologo antifascista di Stefano Massini al concerto del Primo Maggio contro polizia e Digos

Stefano Massini in polemica contro governo, polizia e Digos al concerto del Primo Maggio tenutosi ieri al Circo Massimo a Roma, quando un monologo per le morti sul lavoro si è trasformato in un manifesto antifascista.

“Ogni persona che muore sul lavoro è una carneficina, una catastrofe”, ha affermato lo scrittore. “Non dovremmo scandalizzarci per la morte di tanti, ma per quella di ognuno”.


Lo scrittore Stefano Massini

“Ogni volta che ognuno muore sul lavoro è uno sfascio, io sono contro questo massacro”, ha continuato, con la frecciata al governo: “Sono antisfascista. Si può dire? C’è una S. Non ho detto antifascista, perché oggi se dici antifascista ti identifica la Digos“.

“Identificateli tutti”, ha provocato Massini rivolto alla Digos, includendo con un gesto tutta la platea del concerto del Primo Maggio, che ha risposto esultante.

Stefano Massini dal palco del Circo Massimo ricorda le morti sul lavoro

Durante il monologo sul palco del Circo Massimo lo scrittore Stefano Massini ha ricordato la tragedia delle morti sul lavoro: “In Italia quando muori sul lavoro, muori due volte: la prima quando muori e poi ogni volta che ti dicono che la colpa era la tua“.

Non solo due volte, ma anche tre, o quattro, ha sottolineato Massini: “La terza è quando non frega un cazzo a nessuno e fanno un trafiletto sul giornale, la quarta è quando ti accorgi che muori invano e da uomo diventi fotografia“.

La tragedia di Suviana citata da Massini nel monologo al Circo Massimo

Anche la tragedia di Suviana è stata citata da Stefano Massini nel monologo al Circo Massimo per il concerto del Primo Maggio: “A Suviana sono morti nel fuoco dentro l’acqua. Perché le morti sul lavoro sono contro le leggi della fisica“.

Il riferimento di Massini è all’esplosione in una centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana, nell’Appennino bolognese, avvenuta martedì 9 aprile, in cui hanno perso la vita 7 persone.

Appelli e polemiche al concerto del Primo Maggio, da Morgan a Dargen D’Amico

Oltre alle parole di Stefano Massini il concerto del Primo Maggio 2024 al Circo Massimo di Roma ha visto lanciare appelli e polemiche sul palco da parte degli ospiti, tra cui Morgan, Dargen D’Amico e Ermal Meta.

Dargen ha infatti provocato la rete televisiva nazionale facendo riferimento a quanto accaduto con Amadeus: “Grazie alla Rai, mamma Rai, che è un lavoratore speciale di quelli che lavora sia per sé che per la concorrenza. Gli ascolti del concerto stanno andando benissimo e infatti l’anno prossimo sarà sul Nove.

“La musica è l’ottavo mercato del mondo. Sai chi non se ne rende ancora conto di questo? I politici“, ha dichiarato inoltre Morgan nel backstage di Rai Radiodue durante il concerto. “Per loro gli artisti non hanno bisogno di leggi e di tutele. Gli artisti vengono sottopagati, diffamati, mobbizzati, trattati male. Gli altri stati se ne sono accorti”.

Sul palco anche Ermal Meta, che ha lanciato una frecciata al generale Vannacci dopo le parole sui disabili: “L’istruzione è legata alle parole ‘uguaglianza’ e ‘equità’. Equità è un bambino che non è costretto a studiare in un’altra classe a causa della sua disabilità“.

Fonte foto: ANSA

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