Terremoto in Francia dopo le elezioni col premier Attal che si dimette: l'annuncio dell'uomo di Macron
Cosa può succedere ora in Francia dopo le elezioni che hanno portato alla nascita di un parlamento diviso in tre grandi blocchi. Il premier Attal si dimette
Il secondo turno delle elezioni in Francia di domenica 7 luglio ha ribaltato il risultato del primo: il Nuovo Fronte Popolare (NFP), il cartello che riunisce i partiti di sinistra, ha conquistato il maggior numero di seggi, davanti alla coalizione del presidente Emmanuel Macron. Solo terzo il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, che era risultato il primo partito nel primo turno delle legislative. Risultati che non portano a una maggioranza chiara, la governabilità in Francia resta un rebus. Il premier Gabriel Attal ha annunciato le dimissioni: cosa può succedere ora, gli scenari.
- I risultati delle elezioni in Francia
- Il Governo in Francia è un rebus
- Le dimissioni del premier Gabriel Attal
- Gli scenari
I risultati delle elezioni in Francia
Il secondo turno delle elezioni parlamentari in Francia consegna al Paese una Assemblea nazionale a prima vista ingovernabile, divisa in tre blocchi principali che restano molto lontani dalla maggioranza assoluta e che erano avversari fino a ieri.
A scrutini ultimati, il primo gruppo parlamentare sarà la coalizione dei partiti di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, che ha eletto 182 parlamentari. Quindi Ensemble, la coalizione centrista di Macron, con 168 seggi.
E poi il partito dell’estrema destra Rassemblement National, che conquista 143 seggi. Infine i Repubblicani, di centrodestra, con 45 seggi. Nessuno è vicino alla maggioranza assoluta di 289 parlamentari necessaria per sostenere un governo.
Il Governo in Francia è un rebus
L’accordo di desistenza ai ballottaggi tra sinistra e macroniani ha funzionato, anche ben oltre le aspettative dei sondaggi. L’avanzata dell’estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che avevano cantato vittoria al primo turno, è stata fermata.
La mossa del presidente Macron di andare alle elezioni anticipate subito dopo il successo di Rassemblement National alle Europee sembra avere funzionato.
RN è ben lontano da avere la maggioranza per andare al governo, ma ora il parlamento francese è diviso in tre grandi blocchi ben distanti tra loro e la strada che porta al nuovo governo appare tutta in salita.
Le dimissioni del premier Gabriel Attal
Spetterà al capo dello Stato nominare il nuovo premier che prenderà il posto del dimissionario Gabriel Attal, un capo di governo che sia espressione di una solida maggioranza.
L’alternativa è che l’Esecutivo possa essere fatto cadere con una mozione di censura.
Gli scenari
Al momento però questa maggioranza non c’è. Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise e del Nuovo Fronte Popolare, ha detto subito domenica sera che diventando il primo gruppo Nfp ha il diritto di governare. Nonostante sia ben lontano dalla maggioranza assoluta.
Il primo scenario possibile è quello di una coalizione tra due dei tre blocchi, forze che si erano affrontate, anche duramente, durante la campagna elettorale.
Una pratica comune in Germania, con un governo di coalizione che nasce dopo mesi di trattative tra i partiti, e che richiama anche il primo governo Conte in Italia, con l’accordo M5S-Lega. Ma inedito in Francia, sebbene invocata da molti.
Rn sembra essere tagliata fuori dai giochi, appare altamente improbabile che possa raggiungere un accordo con Macron o con la sinistra. Più probabile un accordo tra Ensemble e NFP, ma si tratta comunque di una pista piuttosto complicata.
Anche perché la coalizione dei partiti della sinistra, nata in vista delle elezioni per opporsi a Le Pen, appare tutt’altro che solida.
Raphael Glucksmann, leader di Place Publique, è stato rivale di Melenchon fino alle Europee e ha più volte detto di aver accettato di entrare nella coalizione solo per fermare l’estrema destra: “Da lunedì 8 luglio entriamo in un altro mondo, i giochi cambiano”.
Il Nuovo Fronte Popolare potrebbe disgregarsi ben presto, con Glucksmann che si renderebbe disponibile per altre alleanze di governo, dai socialisti di Olivier Faure, che sembrano rinati, ai centristi macroniani fino ai Repubblicani.
Infine, se le varie forze politiche non riuscissero a trovare un accordo, il presidente Macron sarebbe chiamato a indire nuove elezioni.