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Sgombero di via Esterle a Milano negli ex Bagni Pubblici: sfrattati per far posto alla Moschea, proteste

Le azioni delle forze dell'ordine che hanno liberato le strutture dagli occupanti abusivi in via Esterle. Le strutture erano bloccate da sei anni

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

La città di Milano è stata teatro di un’operazione di sgombero nelle prime ore del mattino di martedì 29 agosto, che ha interessato l’ex complesso di Bagni Pubblici in via Esterle, da sei anni era stato occupato da individui senza altra sistemazione. In una mossa coordinata, le forze dell’ordine hanno circondato l’area con equipaggiamento anti-sommossa, procedendo poi a rimuovere le persone presenti. Le strutture comunali sono destinate a ospitare la futura moschea di Milano.

Diventerà una moschea

A luglio, l’amministrazione comunale aveva concesso alla comunità musulmana il diritto di superficie per l’area degli ex bagni pubblici di via Esterle.

Non ufficialmente, ma si vociferava che fosse stata concessa una proroga agli occupanti fino ad agosto, per trovare una soluzione alternativa. Tuttavia, nonostante gli sforzi, nessuna opzione è stata trovata e martedì mattina l’operazione di sgombero è stata avviata.

Durante le operazioni di sgombero a via Esterle, alcune persone sono salite sul tetto per protestare

Persone sul tetto

Durante l’intervento delle forze dell’ordine, sei persone sono salite sul tetto dell’edificio, mentre altre 15 sono state trovate all’interno. Pare che un numero maggiore di occupanti fosse presente nell’edificio.

Una sessantina di manifestanti, in gran parte associati alle realtà antagoniste locali, si sono radunati all’angolo con via Padova in segno di solidarietà agli occupanti.

Il presidio

Dal 25 agosto, presso il sito era stato organizzato un presidio dalla “Ci siamo rete solidale” per sostenere gli occupanti, principalmente lavoratori stranieri con condizioni precarie.

“Agli abitanti, lavoratori stranieri sottopagati con contratti di lavoro di breve durata, non è stata proposta alcuna soluzione abitativa alternativa nonostante da oltre un anno le persone che abitano nello stabile” si legge nella dichiarazione del comitato. “La Rete Solidale Ci Siamo aveva chiesto all’amministrazione di intervenire per evitare che nessuno finisse in strada”.

Le proteste

“Nella città di Milano nessun lavoratore con condizioni simili a quelle degli abitanti di via Esterle può permettersi di affittare una casa o una stanza sia nel mercato libero che in quello calmierato, ma neppure di accedere all’offerta di alloggi pubblici limitata alle famiglie con minori o alle persone più povere e fragili” ha denunciato il comutato.”

“Per un lavoratore straniero questa condizione è aggravata da una politica razzista e discriminatoria che impedisce o rende difficile proprie responsabilità nello sfruttamento delle risorse dei paesi di origine di coloro che decidono di migrare”, ha proseguito.

Lo sgombero a Firenze

Di recente, un’importante operazione è stata messa in atto anche a Firenze, presso l’edificio occupato dal Collettivo Studentesco Universitario. Lo sgombero è stato avviato giovedì 17 agosto in via Ponte di Mezzo, all’interno 27.

La Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) ha sequestrato l’immobile, destinato a un progetto di “housing sociale” per persone con disabilità mentale dalla Asl Toscana Centro. Durante l’azione, alcune persone sono salite sui tetti e i Vigili del Fuoco sono intervenuti.

Fonte foto: ANSA

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