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Sessismo e punizioni all'Accademia militare di Modena, il colonnello Giampaolo Cati risponde alle accuse

“Sessismo e punizioni umilianti” all'Accademia militare di Modena: aperto un fascicolo sul colonnello Giampaolo Cati, che risponde alle accuse

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Ubaldo Argenio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cultura, sport e cronaca, scrive anche di attualità, politica e spettacolo. Laureato in Scienze della Comunicazione, inizia a collaborare con testate locali di Benevento per poi passare a testate nazionali, per le quali si è occupato principalmente di approfondimenti sportivi e culturali. Lavora anche come editor.

Il colonnello Giampaolo Cati è indagato dalla procura di Modena: l’ufficiale, tramite sessismo e punizioni umilianti, avrebbe abusato della propria autorità all’Accademia militare del capoluogo emiliano. Ma nonostante le indagini e le parole della pm, il militare rigetta tutte le accuse: “Non ho abusato del mio potere”.

La risposta di Giampaolo Cati alle accuse

Secondo la pm Francesca Graziano, il colonnello Cati “costringeva a orari superiori agli obblighi” i suoi sottoposti, “negava i permessi, non concedeva riposi […] Ripicche, minacce di ostacolare la carriera abbassando le note caratteristiche […] Urlava, tirava pugni, calci contro porte e arredi”.

Accuse che però l’indagato nega con forza: “Non ho abusato del mio potere”. Anche l’avvocato del colonnello, Guido Sola, ribadisce l’infondatezza delle accuse: “Il mio cliente si è sempre speso per i suoi soldati, ha un profondo rispetto per l’Istituzione e ha dato vita con il centro ippico a importantissimi service territoriali in favore di associazioni di volontariato”.

L’Accademia militare di Modena, dove lavora il colonnello Giampaolo Cati, accusato di sessismo e di aver inflitto punizioni umilianti agli allievi e ai sottoposti

L’Esercito ha fatto sapere di ritenere molto gravi le ipotesi di reato al vaglio delle autorità competenti, e che promuoverà ogni azione consentita dalla legge per tutelare l’immagine delle Forze Armate. Il tenente colonnello Cati è ancora operativo all’interno dell’Accademia di Modena, ma è stato trasferito ad altra mansione.

Sessismo all’Accademia militare di Modena

L’ufficiale dell’Accademia militare accusato, il colonnello Giampaolo Cati, 45 anni, risulta indagato dalla Procura di Modena per violenza privata, stalking, molestie e abuso di autorità con minacce e ingiurie.

Il colonnello, comandante del Centro ippico militare (Cim) dell’Accademia, ufficiale pluridecorato che non avrebbe procedimenti alle spalle, è l’unico indagato. Sarebbero undici i militari, quattro donne e sette uomini (soldati semplici, sergenti e caporali), ad averlo denunciato.

In seguito alla segnalazione di quanto accaduto, avvenuto circa due anni fa, la magistratura ordinaria si è attivata lavorando in parallelo con quella militare di Verona, che ha segnalato il caso dopo che il comandante dell’Accademia aveva raccolto le testimonianze dei militari e ha fatto presente quanto appreso.

Vessati e umiliati dal colonnello

Le denunce risalgono al 2021, quando i militari vessati hanno deciso di raccontare le umiliazioni quotidiane subite nel Centro al comandante dell’Accademia, il generale Davide Scalabrin, che ha poi informato le due Procure che ora lavorano al caso.

Secondo le testimonianze raccolte, il colonnello avrebbe usato atteggiamenti aggressivi, umiliazioni, battute sessiste, molestie e minacce nei confronti degli allievi, accanendosi proprio sul personale femminile anche con commenti di tipo sessuale, fisico o estetico, come: “Sei grassa, devi dimagrire”, oppure “Voi di giù siete calde vero?”.

Oltre alle punizioni umilianti, come il lavaggio dei genitali ai cavalli, Cati avrebbe anche costantemente minacciato ritorsioni sulle carriere dei suoi sottoposti, affermando di poter intervenire sulle commissioni per impedire la partecipazione dei militari ai concorsi.

Fonte foto: IPA

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