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Selvaggia Lucarelli critica Liliana Segre dopo il commento sull'uso della parola genocidio: la sua risposta

Selvaggia Lucarelli ha criticato Liliana Segre per aver rifiutato di definire genocidio quello che avviene in Palestina. Il dibattito sui social

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, ha suscitato polemiche dopo aver criticato l’uso del termine “genocidio” in merito alla situazione di Gaza, ricevendo un attacco da parte di Selvaggia Lucarelli.  Dopo che la senatrice a vita ha contestato l’utilizzo della parola in numerosi contesti, la giornalista ha ribattuto sui social, chiedendole di indicare quindi un vocabolo più appropriato per descrivere la tragedia. La diatriba si è quindi allargata ad altri attori, come il giornalista Maurizio Caverzan intervenuto in difesa di Segre, con Lucarelli a rispondere nuovamente per le rime.

La querelle fra Liliana Segre e Selvaggia Lucarelli sulla parola genocidio

“La parola genocidio adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione”. Parola di Liliana Segre, qualcuno che ha vissuto in prima persona l’orrore dell’Olocausto e ritiene di saperne di più, avendola “conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata”.

Le parole della senatrice a vita, riferite alla situazione di Gaza e alla condanna internazionale verso Israele per le vittime civili causate nel conflitto con Hamas, hanno generato non poche controversie.

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Chi ha replicato duramente a Segre è stata Selvaggia Lucarelli, che in aperto dissenso con quanto dichiarato dalla senatrice, l’ha invitata a trovare una parola più appropriata per definire ciò che accade in Palestina dal 7 ottobre 2023.

La replica di Selvaggia Lucarelli a Liliana Segre

“Un milione e mezzo di persone imprigionate in un luogo da cui non possono uscire, in cui vengono bombardate, a cui si spara pure mentre cercano di procurarsi del cibo” ha affermato Lucarelli descrivendo la situazione dal suo punto di vista.

“Persone che stanno morendo anche di fame e malattia, soprattutto i bambini. Persone che bevono l’acqua del mare e delle pozzanghere, che stanno mangiando pure il cibo destinato agli animali. Ci suggerisca lei un nome per quello che sta succedendo a Gaza visto che si usa la parola ‘genocidio’ per tutto”.

“Genocidio no, ma allora troviamo un altro termine signora Segre. Perché una ‘cosa’ mi sembra un po’ pochino” ha concluso Lucarelli, riferendosi al fatto che Liliana Segre avesse definito la guerra “una cosa dolorosa”.

Maurizio Caverzan difende Segre, Lucarelli risponde

La discussione si è diffusa rapidamente sui social dividendo la platea virtuale fra sostenitori di Lucarelli e di Segre. Fra questi ultimi il giornalista Maurizio Caverzan:  “Dai, fai le pulci sull’uso della parola ‘cosa’ a una donna di 93 anni. È davvero così grave ‘cosa’? Comunque, ti può andare ‘esperienza’? Esperienza dolorosa… Promosso?”

Lucarelli ha replicato con sarcasmo: “Beh sì, 4 mesi sotto le bombe, un paese raso al suolo, civili senza più un tetto e ridotti alla fame, 31000 morti di cui il 70% donne e bambini è effettivamente un’esperienza. Anzi, un’experience, tipo l’aperitivo in elicottero sul ghiacciaio”.

Di recente su Liliana Segre erano piovute altre critiche, culminate con la decisione di querelare l’ex diplomatica Elena Basile, che le imputava di provare pena solo per i bambini ebrei colpiti dalla guerra, ignorando quelli palestinesi.

Fonte foto: ANSA

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