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CRONACA ESTERA

Sedicenne picchiata da una guardia della metro in Iran perché non porta il velo: è cerebralmente morta

Armita Geravand, 16enne iraniana, si trova in stato di porte cerebrale dopo essere stata picchiata perché non aveva il velo

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

In fin di vita perché non portava il velo. Armita, una ragazza di 16 anni, è stata picchiata da una guardia della metro du Teheran, in Iran, l’1 ottobre. Ora il padre ha fatto sapere che la giovane è cerebralmente morta. Il regime teme nuove proteste.

Il pestaggio di Armita

Il 1 ottobre una ragazza iraniana di 16 anni, Armita Geravand, viene picchiata da una guardia della metropolitana di Teheran per essersi tolta il velo in una delle fermate. Le botte vengono immortalate dai video delle telecamere di sicurezza.

Ricoverata in ospedale, fin da subito il regime iraniano fa sapere che le sue condizioni sono molto gravi e che potrebbe non farcela, ma nega ogni responsabilità delle autorità: Armita sarebbe caduta per un malore e avrebbe sbattuto violentemente la testa.

L’Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran

Le immagini però smascherano quasi immediatamente il governo. Nel frattempo la madre della ragazza, Shahin Ahmadi, viene presa in custodia dalle autorità per aver protestato con i medici dell’ospedale Fajr, che non volevano farle visitare Armita.

Il padre comunica la morte cerebrale della figlia

Dopo 22 giorni, attorno alle 16 ora italiana di lunedì 23 ottobre, il padre di Armita Gerevand ha fatto sapere sui social che la figlia è ormai in stato di morte cerebrale e che non ci sono possibilità che si riprenda.

Il cervello di Armita in questo momento non funziona e non c’è speranza per la sua guarigione” ha scritto in un post, confermando che le violenze della guardia della metropolitana avrebbero causato danni irreparabili.

L’Iran teme nuove proteste

Il caso di Armita assomiglia a quello di Mahsa Amini, la ragazza curda di 22 anni che il 16 settembre del 2022 morì a seguito di un pestaggio della polizia iraniana, proprio per essersi tolta il velo dal capo.

A seguito della sua morte l’intero Paese è stato scosso da un’ondata di proteste, che però il regime di Teheran ha represso nel sangue. Moltissimi manifestanti furono imprigionati e alcuni rimasero uccisi sia per le strade che nelle prigioni.

Domenica due giornalisti che avevano seguito questa vicenda sono stati condannati rispettivamente a sei e sette anni di carcere per “Complotto contro la sicurezza dello Stato”.

Fonte foto: ANSA

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