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CRONACA NERA

Sedicenne morto carbonizzato a Merì, la famiglia non crede al suicidio. Giallo su un messaggio WhatsApp

La famiglia di Ayman Serti, il 16enne trovato morto carbonizzato nel Messinese, non credono all'ipotesi del suicidio. Vanno avanti le indagini

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Vanno avanti senza sosta le indagini sulla morte di Ayman Serti, il ragazzo di 16 anni ritrovato morto semicarbonizzato nella serata di giovedì 16 febbraio a Merì, in provincia di Messina. Tutte le piste restano aperte, anche se quella del suicidio viene giudicata più probabile dagli inquirenti. La famiglia però non crede che il giovane si sia tolto la vita.

Corpo semicarbonizzato

Il 16enne di origine marocchina è stato trovato morto giovedì scorso a Merì (Messina) in piazza Italia 90, a pochi passi dal campo sportivo del paese. È stata una pattuglia dei carabinieri a trovarlo a terra privo di vita, il corpo semicarbonizzato.

Secondo quanto ricostruito, quel pomeriggio Ayman Serti era uscito di casa per andare a comprare le pizze per la famiglia ma non era più tornato a casa. Poi la tragica scoperta.

Le indagini

Sul caso stanno indagando i carabinieri e la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Nessuna ipotesi viene esclusa ma al momento, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il suicidio è l’ipotesi ritenuta più probabile dagli inquirenti.

Accanto al corpo è stata trovata una bottiglietta con del liquido infiammabile, e sul cadavere non sarebbero stati trovati segni evidenti di violenza. L’autopsia è stata eseguita nella giornata di venerdì, ma solo nei prossimi giorni se ne conosceranno i risultati.

La famiglia non crede al suicidio

I genitori e i due fratelli del giovane, da anni in Sicilia, non credono all’ipotesi del suicidio, anzi, si dicono certi che sia stato ucciso. “La famiglia chiede solo chiarezza su quanto avvenuto”, spiega all’Ansa Giuseppe Coppolino, l’avvocato dei Serti.

Ayubb, il fratello maggiore, lo descrive come un ragazzo sereno e senza problemi, “che faceva una vita normale, studiava e d’estate andava anche a lavorare”.

Amava la vita, aveva dei sogni, voleva fare l’elettricista e trasferirsi al nord a lavorare – racconta il fratello all’Ansa – Io non credo avesse problemi, faceva una vita normale. Anche i suoi amici mi hanno detto che sembrava come sempre“.

Il giallo del messaggio WhatsApp

Stando al racconto dei familiari, prima di uscire per andare in pizzeria il sedicenne avrebbe ricevuto un messaggio su WhatsApp. Non si sa da chi, ma da quel momento Ayman avrebbe cambiato comportamento mostrando fretta, come se avesse un appuntamento con qualcuno.

Secondo quanto ricostruito, il 16enne sarebbe andato in pizzeria ma dopo aver ordinato le pizze si sarebbe allontanato. Da quel momento si sarebbero perse le sue tracce.

Gli inquirenti stanno ora analizzando il cellulare del ragazzo, ritrovato intatto vicino al cadavere. Anche per recuperare il messaggio ricevuto da Ayman prima di uscire di casa, che potrebbe essere fondamentale per ricostruire le ultime ore di vita del giovane.

Fonte foto: ANSA

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