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Scopre incesto a Chivasso tra la moglie e il figlio e chiama i carabinieri: cosa non torna in questa storia

Un uomo ha raccontato di aver scoperto la relazione incestuosa tra moglie e figlio, minacciando di uccidersi: cosa non torna in tutta questa storia

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Un uomo residente a Chivasso, in provincia di Torino, ha raccontato di aver scoperto per caso un incesto tra la moglie e il figlio, rientrando a casa prima. Poi ha aggiunto di aver chiamato i carabinieri. Cosa non torna in tutta questa storia.

Il racconto ai giornali

Il protagonista di questa storia si è rivolto a un giornale locale, Primachivasso.it, per raccontarla (ma ha avuto un’immediata eco nazionale). Ed è stata pubblicata sabato 29 luglio.

Non è di certo una prova che non sia vera, ma non tutti spiattellerebbero sui media una situazione del genere: “Immagino che questa storia sia difficile da credere, ma è tutto vero. Avevo dei sospetti, ma non avrei mai immaginato che sarebbe finita così. Ora sono su di un cestello, a 32 metri da terra, e vi assicuro che ho voglia di buttarmi di sotto e farla finita“. Questo l’incipit dell’articolo.

La scoperta dell’incesto tra moglie e figlio

L’uomo, al quotidiano locale, ha spiegato di lavorare “spesso in trasferta, fuori regione” e che “mercoledì sera (26 luglio, ndr), dopo cena, ero uscito di casa per raggiungere la sede del cantiere”, distante un centinaio di chilometri da casa, “in modo da essere puntuale al mattino“.

Altra ombra: perché partire la sera prima per essere al lavoro la mattina dopo avendo da percorrere ‘solo’ un centinaio di chilometri?

Fatto sta che, dopo essersi messo in viaggio, l’uomo si è “accorto di aver dimenticato a casa le medicine salvavita che prendo da tempo, e così sono tornato a Chivasso. Ho parcheggiato sotto casa e, alzando la testa, li ho visti sul balcone: lei era mezza nuda, e mio figlio con lei. Ho iniziato a urlare e loro sono corsi in casa chiudendosi dentro”.

La chiamata ai carabinieri

Rimasto chiuso fuori di casa, l’uomo ha deciso di chiamare “il 112”, aspettando “un’ora e mezza in attesa della pattuglia“.

E ancora: “I carabinieri arrivavano da fuori città, non mi ricordo da che stazione, e ho subito raccontato loro cosa fosse successo. Sono riuscito a entrare in casa solo grazie ai militari, ho preso le medicine e me ne sono andato”.

Quindi, il dettaglio sull’incesto: “Quando sono scesi, in ascensore, ho sentito mia moglie dire a mio figlio ‘Ci ha scoperti’, e allora mi è davvero caduto il mondo addosso. In quella casa non voglio più tornare, chiederò ospitalità a un amico, quello che è successo è impossibile da sopportare. Subito dopo, solo in macchina, ho anche pensato di andare in azienda e impiccarmi al carro ponte.
Io sono sempre via per lavoro e onestamente avevo qualche sospetto, ma mai avrei pensato che potesse essere vero”.

La pena per chi commette il reato di incesto in Italia

Il reato d’incesto è punito dall’articolo 564 del Codice penale, che recita quanto segue: “Chiunque, in modo che ne derivi pubblico scandalo, commette incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, o con una sorella o un fratello, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni”.

Inoltre, “la pena è della reclusione da 2 a 8 anni nel caso di relazione incestuosa“. Ossia di un rapporto stabile e continuativo.

Se l’incesto è commesso da un adulto con un minorenne, la pena è aumentata per la persona maggiorenne.

Infine, “la condanna pronunciata contro il genitore importa la perdita della responsabilità genitoriale o della tutela legale”.

Fonte foto: ANSA

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