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Roccella sulla denuncia dei medici nei casi di maternità surrogata: scontro totale, la risposta dell'Ordine

Nuove polemiche sul tema della maternità surrogata: per la ministra Eugenia Roccella i medici sono tenuti a segnalare, dura risposta dell'Ordine

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, ha riacceso la polemica sul tema della maternità surrogata, affermando che i medici, in quanto pubblici ufficiali, devono denunciare i casi di gestazione per altri. Dura e secca la risposta da parte della categoria, per la quale l’unico obbligo è quello di fornire cura ai pazienti, e non di esporli a procedimenti penali. La legge recentemente approvata rende la maternità surrogata un reato universale, perseguibile anche all’estero, ma per i medici sono tante le zone d’ombra che possono pregiudicare l’imperativo della tutela della salute.

La ministra Roccella invoca la denuncia

Per la ministra della Famiglia Eugenia Roccella fra i compiti dei medici c’è anche quello segnalare i casi di maternità surrogata: una presa di posizione che ha suscitato una nuova ondata di critiche, stavolta da parte della comunità medica.

“Un pubblico ufficiale, e anche il medico, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura” ha sostenuto la ministra Roccella durante un’intervista a “Tagadà” su La7.


La ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Eugenia Roccella, alla Camera

“E poi si vedrà: spero che l’applicazione della legge abbia un effetto fortemente dissuasivo. In Italia c’è una procedura che protegge i minori e assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore” ha spiegato la ministra.

La risposta dell’Ordine dei medici

Immediata la replica dei diretti interessati, secondo i quali il ruolo primario di un medico è quello di prendersi cura dei pazienti, non di denunciarli.

“Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale” ha ricordato Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo).

“Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini” ha chiarito Anelli in merito alle recenti affermazioni del ministro Roccella sulla maternità surrogata.

Le polemiche per la maternità surrogata reato universale

La pratica di gestazione per altri, il cosiddetto “utero in affitto” è già proibito in Italia, ma da alcuni giorni una legge ne ha fatto un reato universale, il che vuol dire che i cittadini italiani che effettuano la pratica in un Paese estero, dove questa è invece legale, sono comunque perseguibili.

L’approvazione del ddl sulla maternità surrogata aveva già provocato una forte reazione in Senato. Mentre la maggioranza ha esultato, le opposizioni hanno criticato duramente la legge, definita “da Medioevo”.

La senatrice del M5S Elisa Pirro, in particolare, aveva sottolineato il diritto di decidere sul proprio corpo, criticando il fatto che la gestazione per altri sia ora considerata un crimine, mentre donare un organo è legale. Anche Susanna Camusso del Pd aveva evidenziato il rischio di discriminazioni verso i bambini nati tramite maternità surrogata, mentre Ilaria Cucchi di Alleanza Verdi Sinistra aveva posto vizi di incostituzionalità.

Fonte foto: ANSA

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