Sciopero Stellantis del 18 ottobre, operai contro la crisi del settore auto: le richieste dei sindacati
Gli operai di Stellantis incrociano le braccia insieme a tutto il settore automotive il 18 ottobre. Lo sciopero di 8 ore in risposta alla crisi
Si fermano gli operai di Stellantis in virtù di uno sciopero indetto per venerdì 18 ottobre, come annunciato dai sindacati Fim, Fiom e Uilm. I dati del settore automotive indicano una preoccupante crisi: lo scorso anno la produzione ha toccato cifre deludenti, raggiungendo un -70% rispetto ai dati del 2007. I sindacati sottolineano l’urgenza di risposte da parte dell’Unione Europea, del governo e del gruppo per salvaguardare occupazione e futuro del comparto.
- Stellantis in crisi, lo sciopero degli operai il 18 ottobre
- Le domande dei sindacati a Stellantis e politica
- La richiesta di risorse pubbliche
Stellantis in crisi, lo sciopero degli operai il 18 ottobre
Il 18 ottobre ci sarà dunque lo sciopero nazionale della durata di 8 ore, indetto da Fim, Fiom e Uilm con raduno in piazza del Popolo a Roma. È il grido di aiuto di un settore in crisi nera, quello dell’automotive, come evidenziato da alcune statistiche.
Nel 2023, Stellantis ha realizzato in Italia 751 mila veicoli, di cui 521 mila erano automobili e 230 mila mezzi commerciali. Negli ultimi 16 anni, dal 2007 al 2023, la produzione di auto di Fiat, successivamente di FCA e infine di Stellantis, ha registrato un calo di quasi il 70%, passando da 911 mila a circa 300 mila.
I numeri mostrano una crisi della produzione per Stellantis: -70% dal 2007 al 2023
Tra le 505 mila automobili vendute nel Paese, meno della metà proviene da produzioni italiane, con soli 225 mila veicoli.
Le domande dei sindacati a Stellantis e politica
“La situazione è molto grave, servono risposte da Ue, governo, Stellantis e aziende della componentistica” chiedono le sigle sindacali, che manifesteranno in difesa dell’occupazione e del futuro del comparto.
“In assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale” osservano i sindacati.
“Sono indispensabili urgenti interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della Ue, mirate politiche industriali da parte del governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica”.
La richiesta di risorse pubbliche
La protesta intende sollecitare anche il governo italiano a concretizzare le discussioni avviate oltre un anno fa al Mimit, sottolineando l’importanza di un piano strategico mirato anche alle aziende di componentistica, oltre a quelle di Stellantis.
Per i sindacati è essenziale il coinvolgimento della presidenza del Consiglio e dell’amministratore delegato di Stellantis per definire le prospettive dell’industria automobilistica nel Paese. Questo accordo quadro dovrebbe fornire soluzioni non solo per i lavoratori di Stellantis, ma anche per quelli delle aziende fornitrici, attualmente in una situazione precaria.
I sindacati Fim, Fiom e Uilm richiedono infine che il governo destini risorse pubbliche, legate a impegni di mantenimento dell’occupazione da parte delle aziende, escludendo incentivi per l’acquisto di auto che nel 2024 non hanno giovato, secondo la loro prospettiva, alla produzione locale.