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Sciopero balneari 9 agosto e stabilimenti chiusi contro il governo Meloni: i motivi della protesta e gli orari

Stabilimenti balneari chiusi per lo sciopero del 9 agosto: la protesta contro il governo e le ragioni dell'agitazione

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Ombrelloni chiusi dalle 7.30 alle 9.30 in alcuni stabilimenti balneari venerdì 9 agosto: è la conseguenza dello sciopero indetto dalla Federazione dei balneari (Fiba-Confesercenti) appoggiato dal Sib, Sindacato imprese balneari.

Stabilimenti balneari, sciopero: le richieste al governo

Non una agitazione particolarmente intensa (garantiti gli accessi alla spiaggia e tutti i servizi), ma comunque un movimento di protesta. Motivo delle lamentele? Avere certezze e soluzioni al governo.

Si deve “evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più”. Così la Federazione dei balneari (Fiba-Confesercenti) che con il Sib ha promosso la mobilitazione.

Nelle scorse ore, in diversi lidi, sono stati piantati cartelli e volantini per spiegare ai turisti le ragioni dello sciopero.

La questione relativa alla scadenza delle concessioni balneari è annosa ed ha radici lontane. Nei mesi scorsi è stata anticipata al 31 dicembre 2024 con l’avvio di bandi di gara, come voluto dall’Europa che ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per non averli indetti per lungo tempo.

Tanti Comuni hanno già avviato le procedure per i bandi e dal 2025 le concessioni dovranno tornare sul mercato. A settembre la protesta dei balneari potrebbe farsi più rumorosa.

Chi non ha aderito allo sciopero tra i balneari

La categoria, però, non è compatta. Lo si è visto anche nella scelta dell’adesione allo sciopero del 9 agosto. Assobalneari e Base Balneare con Donnedamare non hanno sposato l’agitazione spiegando che “non è giusto penalizzare migliaia di consumatori che hanno scelto gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze, riconoscendone qualità e funzionalità”.

Secondo Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, è opportuno “riconoscere la mappatura del governo per garantire vantaggi a consumatori, imprese e indotto. Applicare in maniera arbitraria le direttive europee, infatti, crea in Italia solamente danni a imprese e consumatori, come avvenuto di recente a Jesolo dove il prezzo medio degli ombrelloni è cresciuto del 50%”.

Anche Cna balneari non ha aderito allo sciopero: “Preferiamo il dialogo – riferisce il coordinatore nazionale Cristiano Tomei -, chiediamo una norma tempestiva di carattere nazionale, linee guida omogenee su tutto il territorio, altrimenti si rischia che Comuni e Regioni si muovano a macchia di leopardo, ma noi siamo pe riannodare i fili del dialogo”.

Matteo Salvini: “Fate bene a difendere il vostro diritto”

Il governo ha promesso che si occuperà della questione a settembre, in uno dei prossimi Consigli dei ministri. Intanto continua il dialogo con la Commissione europea. “Abbiamo analizzato la risposta italiana, siamo in contatto con le autorità nel contesto della procedura d’infrazione”, fanno sapere da Bruxelles.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha dato la sua benedizione alla protesta: “Fate bene a difendere il vostro diritto al lavoro”. Il vicepremier ha aggiunto che l’esecutivo sta lavorando su prelazione e indennizzi per gli imprenditori uscenti e anche per una proroga della scadenza del 31 dicembre 2024.

Adesioni sciopero, primo bilancio

In Versilia, secondo i dati diffusi poco dopo le 9.30, ha aderito allo sciopero 1 imprenditore su 4, ma con punte del 100% al lido di Camaiore. Più basse le percentuali a Viareggio, Forte dei Marmi, Pietrasanta. Chi è arrivato in riva al mare nel corso della protesta ha comunque potuto usare l’ombrellone aprendolo da sé.

Nelle Marche circa il 50% degli operatori ha incrociato le braccia.

A Rimini lo sciopero, se così si può dire, è stato soft. Non c’è stata una vera e propria serrata, ma una sorta di happining.

Adesione totale invece a Ostia, secondo quanto informano gli imprenditori locali. “Il governo va in ferie e noi chiudiamo gli ombrelloni” spiega il rappresentante locale della categoria Edoardo Moscara.

Come accade sempre in queste situazioni è già iniziata la guerra dei numeri. Ognuno tira acqua al proprio mulino.

Confesercenti parla di “grande adesione” e di “una partecipazione quasi totale, con punte dell’80% in Toscana e in Romagna”. Anche il , presidente del sindacato Balneari, Antonio Capacchione, definisce l’iniziativa “un grande successo”.

Per il Codacons la protesta è un flop: “Le adesioni sono sotto le attese e la categoria è divisa”.

Fonte foto: ANSA

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