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"Grande successo" per lo sciopero degli stabilimenti balneari: ombrelloni chiusi, Capacchione del Sib esulta

L'intervista ad Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano Balneari, sullo sciopero degli ombrelloni negli stabilimenti del 9 agosto

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Un grande successo”. Così Antonio Capacchione, presidente del sindacato Balneari, definisce lo sciopero di oggi, venerdì 9 agosto. Un’apertura ritardata degli ombrelloni in spiaggia, in tutta Italia, dalle 7.30 alle 9.30 per protestare contro quello che viene definito l’immobilismo del governo guidato da Giorgia Meloni rispetto agli impegni e alle promesse per dare risposte all’annosa questione delle concessioni demaniali marittime. “Dopo 14 anni di rinvii e 2 anni di chiacchiere… basta!”, si legge sui manifesti. “Se il governo e il parlamento vanno in ferie, noi chiuderemo gli ombrelloni”.

La richiesta dei balneari al governo Meloni

La richiesta è quella di una legge “che tuteli la balneazione attrezzata italiana”. La manifestazione di oggi, indetta dalle associazioni Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, è, nelle intenzioni, dimostrativa e dal disagio ridotto per l’utenza. Per il Codacons “lo sciopero dei balneari” è addirittura stato “un flop”. “Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati”, dice il Codacons. “Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori sia dagli stessi gestori”

Per gli organizzatori si tratta invece di un successo dall’alta adesione e di uno sciopero, quello di oggi, definito “gentile”, con gli stabilimenti – dal Centro Italia alla Liguria passando per la Puglia- che hanno aderito che hanno appena aperto, due ore dopo rispetto all’orario previsto.

Sciopero balneariFonte foto: ANSA

Ombrelloni chiusi per lo sciopero dei balneari.

L’intervista ad Antonio Capacchione sullo sciopero balneari

Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe-Confcommercio, qual è il bilancio di queste di questa mattinata? Che adesioni registrate?

Un bilancio assai positivo, al di là di ogni più rosea aspettativa. Registriamo adesioni al 100% anche in destinazioni da dove noi non ci aspettavamo adesioni. La risposta sta arrivando da moltissimi stabilimenti balneari, siamo nell’ordine del 70-80%.

Perché siete arrivati a serrare gli ombrelloni?

Questa è una lotta molto sentita da tutti i concessionari italiani. Non ne possiamo più, dopo 14 anni di attesa e dopo due anni di completo silenzio da parte del governo. È ora che questa questione venga risolta. Stamattina abbiamo visto un’adesione altissima e una grande comprensione da parte degli utenti. La manifestazione è andata bene, ma questo non ci soddisfa. L’abbiamo chiamato “sciopero gentile”, per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle nostre problematiche e portare finalmente la politica a fare il proprio dovere e a non fuggire dalle proprie responsabilità. Da tutte le spiagge italiane oggi si è levato un grido alto e forte.

Andrete avanti?

Per il momento abbiamo revocato le nuove proteste annunciate per il 19 e per il 29 agosto.

Perché?

Sarebbe inutile. Il governo parla di risposte a settembre. E che settembre sia. Non vogliamo ulteriormente creare disagio alla nostra clientela, siamo persone responsabili, a differenza di certa politica. Restiamo in attesa. Ma, se sarà necessario, faremo tutto ciò che è utile per risolvere questo problema nell’interesse del paese e anche dell’Europa. L’Italia è la spiaggia d’Europa, la Florida d’Europa. È interesse di tutti – anche dell’Ue – difendere questo patrimonio preziosissimo.

La categoria chiede una regolamentazione delle concessioni, oggi di fronte a un esecutivo che da sempre ne ha rivendicato la tutela. E difendendosi anche dall’accusa di privilegi e affari d’oro.

Lavoro da 33 anni in Puglia, a Margherita di Savoia, sotto Manfredonia. Con me lavorano 13 persone. L’anno prossimo non sappiamo se saremo ancora qui. È inconcepibile. In tutta Italia parliamo di 30mila aziende, 100mila addetti diretti, un milione con l’indotto.

A luglio la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che si occupa di far rispettare i trattati e le leggi europee, ha deciso che alla scadenza delle concessioni balneari, lo Stato ha il diritto di acquisire le cosiddette opere “inamovibili”, quindi per esempio bar, spogliatoi, piscine, senza nulla dovere agli imprenditori che le avevano realizzate e pagate. Quanto sono urgenti delle risposte?

Dovevano essere già arrivate. Abbiamo bisogno di risposte non entro l’anno: entro settembre.

E che interlocuzioni le risultano col governo?

Non ci risulta assolutamente niente. Abbiamo inviato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni 8 lettere. Non siamo stati convocati, né abbiamo ancora una data di convocazione. Se i tassisti scioperano vengono convocati. Se gli ambulanti protestano, vengono ricevuti. E la “potente” lobby dei balneari? Niente. Non c’è neanche un tavolo.

Sciopero balneari Fonte foto: ANSA
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