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Samarate, rotti i sigilli della villa dove Alessandro Maja ha ucciso moglie e figlia: il nuovo mistero

Nuovo mistero nel caso della strage di Samarate: qualcuno si sarebbe introdotto nella villa posta sotto sequestro dalla Procura di Busto Arsizio

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

C’è un nuovo mistero nel caso della strage di Samarate, nella quale hanno perso la vita Stefania Pivetta, di 56 anni, e la figlia Giulia, di 16 anni, per mano di Alessandro Maja, marito e padre delle vittime: i sigilli messi dalla Procura di Busto Arsizio nella villetta in provincia di Varese sono stati rotti.

Rotti i sigilli della villa della strage di Samarate: l’allarme

Il ‘Corriere della Sera’ ha riferito alcuni dettagli su quanto avvenuto: a lanciare l’allarme, all’alba di mercoledì 11 maggio, sono stati alcuni vicini, che hanno segnalato che qualcuno era entrato nell’abitazione. Sulla porta sono stati trovati segni di effrazione.

La casa è una villa disposta su più piani. Si trova al civico 32 di via Torino, nel quartiere San Gervasio, in una zona residenziale della cittadina nei dintorni di Malpensa. L’ingresso è disposto ad alcuni metri dal cancello con inferriata, protetto da un piccolo muretto, e dà sulla strada.

La villetta della strage di Samarate.

Le prime ipotesi sul nuovo mistero sulla Strage di Samarate

Il ‘Corriere della Sera’ riporta anche il commento sulla vicenda del procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino, che ha dichiarato: “Dovremo capire se sono stati dei balordi o una ragazzata macabra. Al momento non sembra si tratti di ladri”.

Nessuna pista, al momento, sarebbe esclusa: le ipotesi spaziano dal macabro sciacallaggio da parte di ladri d’appartamento a quella di un soggetto non identificato interessato a possibili prove o documenti custoditi nell’abitazione dove si è consumata la strage.

Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri del nucleo investigativo di Varese e i loro colleghi della compagnia di Busto Arsizio.

Strage di Samarate: le dichiarazioni di Alessandro Maja

Alcune ore fa, prima della rottura dei sigilli messi dalla Procura nella villetta della strage, Alessandro Maja aveva affidato al suo avvocato le sue prime dichiarazioni su quanto avvenuto mercoledì 4 maggio.

Alessandro Maja, ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Monza, sotto il controllo delle forze dell’ordine, all’avvocato Enrico Milani: “Non doveva succedere, non mi capacito di come sia potuta accadere una cosa del genere”.

Il legale ha raccontato che il suo assistito è ancora sotto sedativi e si sta sottoponendo a una serie di accertamenti psichiatrici. “Non è stato possibile avere con Maja un colloquio compiuto, date le sue condizioni”, ha poi aggiunto.

Nicolò, il figlio di 23 anni aggredito da Alessandro Maja lo scorso 4 maggio dopo l’uccisione della moglie e della figlia ma sopravvissuto alla strage, è attualmente ancora ricoverato in ospedale in prognosi riservata.

Fonte foto: ANSA

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