Roma, il caso del papà accusato di abusi sessuali sulla figlia di 2 anni riaccende i fari sulla pedofilia
La pedofilia è più diffusa di quanto si pensi: cosa è cambiato con Internet e quali sono le tipologie di violentatori
Lo scorso 15 ottobre si è diffusa la notizia dell’arresto di un 33enne, a Roma, accusato di aver abusato sessualmente della figlia di circa 2 anni. All’orrore, si è aggiunto un ulteriore agghiacciante elemento trapelato: il padre-orco vendeva i video degli abusi ad altri pervertiti. Purtroppo, non è la prima volta che succede e non sarà l’ultima. Si tratta di comportamenti parafilici (cioè scaturenti dalle perversioni sessuali) estremi e infrequenti, ma che comunque si verificano, sebbene il più delle volte rimangano confinati nel sommerso.
Una volta smascherati, diventano inevitabilmente investiti dalla notorietà mediatica. Ed è lì che scatta l’orrore più profondo, l’indignazione più feroce e la massima ripugnanza da parte dell’opinione pubblica. Opinione pubblica che, fisiologicamente, si interroga sulla causa e sulla natura di simili mostruose aberrazioni umane. La seguente analisi serve proprio a capire la causa e l’origine di questi fenomeni.
- Cos'è la pedofilia
- Principali tipologie di pedofili
- Pedofilia maligna e pedofilia benigna
- L’orrore di Roma
- Lo scambio del materiale pedopornografico
- Possibilità di recupero
- Terapie estreme
- La pedofilia online
Cos’è la pedofilia
La pedofilia consiste nell’attrazione erotica verso i bambini.
È una forte e marcata perversione sessuale, fra le tante è la più frequente: tuttavia, l’universo abietto e aberrante dei pedofili è estremamente variegato e presenta varie tipologie di pervertiti.
Innanzitutto, è bene specificare che – fortunatamente – non tutti commettono realmente degli abusi.
Alcuni, pur essendo colpiti da un investimento libidico verso i bambini, hanno meccanismi di controllo e non passano all’azione. Si tratta di soggetti che, però, costituiscono la minoranza.
La non-azione dipende da molteplici fattori: primo fra tutti (il più importante e determinante) la non pronunciata pervasività del disturbo.
In secondo luogo, l’esistenza di forti meccanismi di autocontrollo.
Principali tipologie di pedofili
In letteratura scientifica esistono diverse tipologie di pedofili, dalle quali discendono varie classificazioni.
Una delle più risalenti, ma anche una delle più interessanti, è quella che li divide in pedofili regrediti e pedofili fissati.
I soggetti del primo gruppo sono individui che hanno conseguito un adeguato livello di maturità sessuale e che, successivamente, per diversi motivi (spesso un trauma, se non addirittura un abuso), regrediscono sessualmente a una fase dello sviluppo precedente e anteriore, iniziando a rapportarsi eroticamente con bambini, ritenendoli della loro medesima fascia di età.
Al contrario, i soggetti del secondo gruppo non hanno mai conseguito un adeguato standard di maturità sessuale ed è come se fossero rimasti bloccati a uno stadio adolescenziale o pre-adolescenziale, credendo quindi congruo avere rapporti sessuali con i bambini.
Pedofilia maligna e pedofilia benigna
Naturalmente, la pedofilia è sempre una perversione abietta e non esistono a stretto rigore lessicale forme benigne e forme maligne.
Ciononostante, a seconda della gravità del disturbo, si distingue fra pedofilia maligna e pedofilia benigna.
Nel primo caso, il pedofilo commette gli abusi sessuali occasionalmente, in maniera infrequente, non ha preferenze di genere e di età, soffre per tale condizione, cerca di nasconderla e soprattutto considera inappropriato il proprio comportamento. Questi soggetti vengono definiti pedofili situazionali.
Nel secondo caso il pedofilo perpetra i suoi abusi con regolarità e sistematicità. I bambini e la loro intimità rappresentano per lui un’autentica ossessione. Questo soggetto ha preferenze di genere e di età. E’ particolarmente violento ed efferato nell’abuso, il quale spesso presenta anche una marcata componente sadica di tipo extrasessuale. Questi soggetti vengono definiti pedofili preferenziali.
L’orrore di Roma
L’orribile vicenda di Roma – che, ovviamente, sarà indagata e analizzata dalla Magistratura – presenta delle particolarità estremamente ripugnanti, che necessitano di una disamina criminologica.
Come detto, non tutti i pedofili sono uguali. I peggiori sono i pedofili preferenziali sopra descritti, che spesso rivolgono le loro bieche attenzioni sessuali anche verso bambini di tenerissima età. Il loro abuso è particolarmente violento.
Ragion per cui, verosimilmente – al di là della responsabilità penale che sarà accertata nelle sedi competenti – se i fatti descritti corrispondono al vero, questo soggetto abusante appartiene proprio al novero dei preferenziali, autori degli abusi sui minori di maggiore spessore ed efferatezza.
Lo scambio del materiale pedopornografico
È normale che ciò che ha rappresentato il non plus ultra della vicenda in questione, è il fatto che il violentatore, a carattere endofamiliare, inviasse foto e video dell’abuso ad altri pervertiti. Ciò diventa effettivamente sconcertante e particolarmente ripugnante.
Tuttavia va precisato che lo scambio, la fruizione, le chat fra pedofili sono una caratteristica ‘normale’ per questi soggetti.
Infatti, il soggetto pedofilico prova particolare piacere nello scambio delle immagini delle proprie abiezioni. In qualche modo si nutre di questo abominio: è la forte caratteristica della sua parafilia, che ha bisogno anche dello scambio, dei commenti, delle opinioni in chat e così via.
È un modus agendi obbrobrioso estremamente frequente, soprattutto nei casi in cui il disturbo pedofilico è forte.
Ciò non toglie che, in alcuni casi, a questa motivazione primaria se ne aggiunga anche una secondaria di tipo utilitaristico-economico.
Possibilità di recupero
È ovvio e legittimo che, di fronte a questi orrori, si invochino pene dure e certe: le sanzioni devono essere proporzionate all’entità e all’intensità del crimine commesso.
Al di là di questo, si pone il problema dell’eventuale recupero del criminale, al fine di scongiurare la recidiva: la situazione è molto varia e diversificata.
Ci sono pedofili (situazionali) che accettano di buon grado una psicoterapia mirata e adeguata, anche vita natural durante: spesso sono loro stessi a rivolgersi a uno specialista sessuologo. Questo, solitamente, genera buoni risultati, anche se il rischio di recidiva è sempre tenuto sotto controllo.
Al contrario, altri pedofili (preferenziali), a causa della gravità del disturbo, non solo non accettano nessuna forma di terapia, ma sono refrattari a ogni buon esito della stessa e quasi mai si riescono a ottenere risultati.
Terapie estreme
Di fronte al verificarsi di questi orrori, quasi sempre, si levano voci invocanti soluzioni estreme, che ovviamente esulano da ogni Stato di diritto e non sono assolutamente concepibili. Ci si riferisce a mutilazioni di tipo chirurgico.
Tutt’altro discorso è quello che concerne quella che viene definita impropriamente ‘castrazione chimica‘ e che, in realtà, consiste in una terapia farmacologica non invasiva, né tanto meno mutilante, che produce effetti assolutamente reversibili. Questa pratica, in alcuni Stati, è prevista e contempla di solito il consenso del condannato. Si tratta di somministrare dei farmaci anti-androgeni, a base di ormoni, che interrompono temporaneamente lo stimolo sessuale e inibiscono l’attività sessuale.
Tuttavia, in alcuni casi, si sono riscontrati degli effetti paradossali, per i quali il rimedio è peggiore del male: alcuni pedofili, con disturbo estremamente marcato e pervasivo, hanno comunque conservato un minimo di impulso, nonostante il trattamento. Conseguentemente, non potendo perpetrare l’abuso in modo biologico-anatomico, hanno utilizzato dei surrogati artificiali, che hanno reso gli effetti sulla vittima maggiormente devastanti.
La pedofilia online
Indubbiamente, la pedofilia è una terribile piaga sociale che è sempre esistita. Oggi se ne parla di più anche perché, con l’avvento di Internet, il pedofilo è uscito dalla nicchia e si è tuffato nel mare della rete. In questo modo, è sorto il fenomeno della pedofilia online.
Al tempo stesso, però, è più facile reprimere il fenomeno da parte della polizia, visto che questi soggetti sono più facilmente individuabili proprio grazie alle attività online. Non solo: è anche più agevole conoscere il loro perverso e contorto modus agendi.