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Scontro Luciano Canfora-Giorgia Meloni finisce in tribunale: noto storico a processo per diffamazione

Lo storico e filologo Luciano Canfora è stato rinviato a giudizio con l'accusa di diffamazione su Giorgia Meloni, che definì "neonazista nell'anima"

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Il filologo e storico Luciano Canfora andrà a processo con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti della Giorgia Meloni, che definì “neonazista nell’anima”. Il tribunale di Bari ha deciso per il rinvio a giudizio in merito alle frasi rivolte dal professore all’attuale presidente del Consiglio, durante un intervento di fronte agli studenti di un liceo, nell’aprile del 2022. Lo riporta Ansa.

Le frasi su Giorgia Meloni

All’epoca, Giorgia Meloni era parlamentare del principale partito di opposizione e il presidente del Consiglio in carica era Mario Draghi.

In un incontro con gli alunni del liceo scientifico barese “Enrico Fermi” sulla guerra tra Russia e Ucraina, Luciano Canfora etichettò la presidente di Fratelli d’Italia “neonazista nell’anima“, “una poveretta”, “trattata come una mentecatta pericolosissima”.

Lo storico e filologo Luciano Canfora all’uscita dal tribunale di Bari dopo il rinvio a giudizio, accompagnato dal suo avvocato Michele Laforgia

La denuncia per diffamazione

In seguito all’episodio, la leader di Fdi aveva querelato Canfora nel luglio 2022, tramite l’avvocato Andrea Delmastro, poi nominato sottosegretario alla Giustizia e sostituito dall’avvocato Luca Libra.

La premier ha chiesto allo storico e filologo un risarcimento dei danni di 20mila euro, richiesta contenuta nell’atto dell’avvocato difensore, con la quale Meloni si è costituita parte civile nel processo.

Canfora, si legge nel documento, “ha, senza giustificazione alcuna, leso l’onore, il decoro e la reputazione della persona offesa”, cioè Giorgia Meloni, “aggredendo, vieppiù, la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita e inaudita, utilizzando volgari epiteti – imprevedibili ed estemporanei – che hanno seriamente minato la sfera intima e privata, oltre al patrimonio morale e personale della stessa persona offesa”.

Il rinvio a giudizio di Luciano Canfora

Nella giornata di martedì 16 aprile, Luciano Canfora si è presentato al tribunale di Bari, dove il giudice Antonietta Guerra ha accolto le richieste della Procura, rappresentata dal pm Giuseppe Dentamaro e il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa, e ha fissato per il 7 ottobre l’inizio del processo, davanti al giudice monocratico Pasquale Santoro.

“È necessaria un’integrazione probatoria approfondita che non è compatibile con la struttura dell’udienza predibattimentale”, ha dichiarato il legale di Canfora, Michele Laforgia, all’uscita dall’aula, riportando ai cronisti il testo del provvedimento che dispone il giudizio firmato dal giudice prebattimentale.

Secondo quanto aggiunto dall’avvocato, “la premier sarà sicuramente chiamata a deporre in aula”.

“Nella nostra difesa  ha spiegato Laforgia – era esplicito che, se avessimo dovuto approfondire il tema del ‘neonazismo nell’animo’ nel merito sarebbe stato necessario sentire la persona offesa dal reato“, ha aggiunto, “e forse acquisire una massa importante di documenti biografici, bibliografici, autobiografici” che “vanno acquisiti in dibattimento, nel contraddittorio tra le parti”.

Fonte foto: ANSA

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