Riapertura scuole a ottobre, la proposta contro il troppo caldo fa arrabbiare le famiglie: è polemica
Le scuole potrebbero riaprire a ottobre per le alte temperature? È questa la proposta di alcune associazioni e sindacati, ma le famiglie protestano
Il cambiamento climatico potrebbe cambiare anche il calendario scolastico. Questa la proposta di associazioni e sindacati rispetto alle alte temperature registrate. Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, si è rivolto al ministro dell’Istruzione e del Merito spiegando che “con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre”. La soluzione potrebbe essere iniziare a ottobre. I genitori però non sono d’accordo. Dall’altra parte infatti riaprono tutti gli uffici e gli impegni lavorativi non coincidono con l’ipotetico cambio del calendario, rendendo l’organizzazione familiare un vero inferno.
La scuola riapra a ottobre: la richiesta
Le alte temperature iniziano a lasciare spazio a giornate più uggiose e fresche, ma la perturbazione potrebbe essere momentanea. Dopo un’estate all’insegna dei record di temperature e una media stagionale ormai fuori scala, la richiesta delle associazioni dei docenti e dei presidi non appare così aliena.
Dopotutto, come commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief: “Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima”.
Il riferimento è anche a quei lavori per i quali il caldo diventa insopportabile. Una migliore coordinazione nazionale potrebbe permettere l’inizio della scuola a ottobre, un mese nel quale – da alcuni anni – le temperature risultano ancora molto alte.
Rischio affaticamento e malori
La richiesta dell’Anief al ministro Valditara non è un fulmine a ciel sereno. Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani ha scritto al presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, al presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Antonio D’Avino e al presidente Associazione Nazionale Pedagogisti, Maria Angela Grassi, chiedendo di esprimere un parere scientifico sull’opportunità o meno di posticipare l’avvio dell’anno scolastico 2024/2025.
Sembra infatti che vada valutata la questione salute, prima di ogni altra e prima di parlare di cambio di calendario. La preoccupazione è una: evitare possibili malori tra studenti fragili, insegnanti (che hanno un’età media elevata) e personale Ata.
Al momento non è giunta una risposta dal ministro o dal ministero e le prime classi di Bolzano riprenderanno le lezioni dal 5 settembre, mentre la maggior parte tornerà a scuola il 16 settembre.
Le proteste delle famiglie
Una simile richiesta, anche se ipotetica e anche se parte dal presupposto che tutto il sistema scuola e lavoro dovrebbe adeguarsi al nuovo clima, ha incontrato una forte critica.
Sono le famiglie, attraverso le associazioni dei genitori, che fanno notare come tre mesi di chiusura delle scuole siano già “troppo” (anche se nel caso di riapertura a ottobre, è probabile che si sposti la chiusura delle scuole dopo la prima metà da giugno).
Le critiche partono dalle ovvie difficoltà di conciliare lavoro e famiglia e di come siano insostenibili i costi dei centri estivi a supporto di questo (esisteva la proposta di scuole aperte in estate, ma non tutte hanno aderito). In una petizione da 60mila firme si legge: “La lunghissima pausa scolastica moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze cognitive e relazionali di bambine, bambini e adolescenti e scoraggia la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti”.