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Regionali Emilia, polemica tra Bonaccini e Borgonzoni: è scontro

I due candidati, in un dibattito tv, si sono scontrati sui punti del loro programma

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Mancano ormai pochi giorni al ritorno alle urne in Emilia Romagna dove, domenica 26 gennaio, gli elettori saranno chiamati a scegliere il nuovo governatore della regione. Sarà sfida all’ultimo voto tra Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra, e Lucia Borgonzoni, candidata leghista appoggiata dal centrodestra.

I due, intervenuti in un dibattito organizzato da il Resto del Carlino in vista delle elezioni, si sono confrontati in diretta tv. Il governatore uscente Bonaccini, nel corso dell’intervento, ha detto la sua sulla regione fin qui amministrata: “L’Emilia Romagna è una grande regione con uno dei più alti pil d’Europa, ha saputo garantire qualità della vita e del lavoro, possiamo fare meglio, ma quando vengono proposti altri modelli da importare, io dico di tenersi l’Emilia-Romagna, perché se l’Italia assomigliasse di più all’Emilia-Romagna sarebbe un paese migliore“.

“Domenica non c’entrano niente Bibbiano, Conte, la Gregoretti, l’Europa: si vota per dare per 5 anni un governo a questa regione” le parole del presidente.

Poi l’attacco alla rivale: “È stata una campagna elettorale sorprendente, pensavo di avere un’avversaria ho trovato un avversario, dopo che Salvini se ne andrà non lo vedremo più. E Lucia Borgonzoni è stata completamente oscurata. Vogliono vincere qui per mandare a casa il governo Conte. Io avrei voluto fare un confronto in ogni tv locale”.

“In queste settimane siamo stati definiti la ‘pattumiera d’Italia’, la ‘regione da liberare’, la ‘regione dove ci vuole una tessera di partito per lavorare’, quando poi a Ferrara un consigliere leghista ha offerto un lavoro a una consigliera sgradita. Lucia Borgonzoni mette sui social il buongiorno, la buonasera e gattini. Io metto i punti del programma: ma non ho mai detto una parola che sia sessista, me ne vergognerei da solo, o di mancanza di rispetto” ha proseguito.

Non si sono fatte attendere le risposte della candidata del centrodestra: “Possiamo liberare l’Emilia Romagna da un sistema che la opprime da 50 anni, che dà le stesse soluzioni a problemi che cambiano. Il Pd chiede il voto dopo 50 anni di promesse disattese, le cose giuste si tengono, le cose da migliorare si migliorano. Ma le tasse che opprimono la regione sono state messe da un governo centrale, che è targato Pd”.

“È stata una campagna elettorale molto triste, perché io dall’altra parte ho trovato persone che mi hanno denigrato in ogni modo. Io non penso di essere un geni, ma persona normale che tenta di rispondere ai problemi” ha proseguito Borgonzoni.

Poi ha aggiunto: “Cercare di denigrare il proprio avversario in ogni modo è una cosa sbagliata e poco rende al merito di come siamo fatti noi emiliano-romagnoli. Sardine? Hanno riempito le piazze contro una persona: dai giovani ci si aspetta un po’ meno di astio e più sogni”.

Bonaccini-Borgonzoni, scontro su sanità e punti nascita

Il dibattito, poi, si è acceso in particolare sul tema della sanità. I due candidati hanno ribadito i punti fondamentali del proprio programma.

“Il pubblico – ha detto Borgonzoni – deve lavorare con il privato accreditato, perché aiuta a smaltire le file enormi che ci sono. Dobbiamo prendere il meglio delle regioni che lavorano meglio di noi, come Lombardia e Veneto”.

Un’idea contestata da Bonaccini: “Le sanità veneta e lombarda funzionano, ma in Lombardia il 50% è privato, finché ci sono io i privati non supereranno mai il 20%, in Lombardia e Veneto pubblico e privato sono in competizione, con cittadini di serie a e serie b, che hanno sanità di serie a e b. Dobbiamo e vogliamo migliorare, ma questa è una delle migliori sanità del mondo”.

Scintille anche sui punti nascita. “Ci incontreremo venerdì con il ministro della salute – ha detto Bonaccini – li riapriremo quando il governo modificherà i parametri che ce li hanno fatti chiudere”.

Secondo Borgonzoni, sui punti nascita “questa regione non ha chiesto deroghe, ora a tre giorni dal voto il Pd dice che vanno riaperti tutti i punti nascita: un atteggiamento che è una presa in giro”.

Fonte foto: Ansa
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