Reggio Emilia, indotta al matrimonio e segregata con la droga: la storia della 27enne e come è stata scoperta
La ragazza, convinta a sposarsi con la promessa di 10mila euro, è stata imprigionata anche Verona in uno stabile che serviva per lo spaccio
È stata indotta a sposarsi in cambio di una somma di 10mila euro, poi è stata privata dei documenti e del cellulare e costretta alla prigionia in un’abitazione che serviva anche come base per lo spaccio di droga.
Donna imprigionata a Reggio Emilia, il matrimonio dietro la promessa di un compenso, poi la detenzione
È successo a una 27enne residente in provincia di Modena. A imprigionarla, secondo i carabinieri, sarebbe stato un 31enne di origine nordafricana, residente in provincia di Verona: l’uomo, dietro la promessa di un compenso, ha sposato la ragazza, per ottenere la cittadinanza italiana, poi ha costretto la giovane alla detenzione, prima nella casa di una coppia di complici albanesi a Reggio Emilia, poi presso uno stabile di proprietà di un connazionale, a Verona.
Dalla seconda detenzione la ragazza è riuscita a fuggire, approfittando di alcune fortunate circostanze.
27enne detenuta a Verona, la prigione della ragazza era anche una base per lo spaccio di droga
Entrambe le strutture sarebbero servite a spacciare droga, sostengono gli inquirenti, anche sulla base delle testimonianze di alcuni dei clienti del nordafricano e dei suoi connazionali, che avrebbero gestito il traffico. Gli assuntori sono stati interrogati durante le indagini, che sono iniziate nel novembre 2020.
Le ipotesi di reato per il 31enne e 8 connazionali
Durante l’attività d’indagine sono emerse anche altre presunte responsabilità penali in capo al 31enne ed ai suoi complici, che alla chiusura delle indagini sono stati deferiti in stato di libertà, per i reati di concorso in sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, frode informatica e induzione al matrimonio mediante inganno.
Si tratta di otto persone complessivamente, tutte straniere e aventi un’età compresa tra i 23 e i 43 anni e residenti tra le province di Reggio Emilia e Verona e Torino.
Ragazza indotta a sposarsi, le indagini partite dalla denuncia di una 29enne che aveva perso lo smartphone
Le indagini sono partite dalla denuncia presso una stazione nella bassa reggiana di una 29enne, che, avendo smarrito il cellulare ha bloccato e riattivato la propria utenza su un nuovo smartphone.
Al termine della procedura, la 29enne ha avuto modo di verificare che la propria mail era stata utilizzata da ignoti per comunicare probabilmente tramite allo smartphone smarrito: la posta elettronica era stata adoperata per trasmettere e ricevere documenti, contenenti foto e nominativi stranieri dalla giovane mai sentiti prima.
La ragazza si è quindi rivolta ai carabinieri per denunciare la frode informatica, ma dietro la frode c’era ben altro: un giro di droga e l’odissea della 27enne indotta al matrimonio.