Re Carlo III ha il cancro e si inizia a parlare di William come erede: tutte le differenze secondo l'esperto
L’annuncio di Buckingham Palace sul cancro di Re Carlo III ha scosso i sudditi, dopo il ricovero di Kate e l’intervento alla prostata dello stesso sovrano: l'intervista all'esperto
La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore. Questa volta nessuna indiscrezione né ipotesi azzardata, visto che l’annuncio è arrivato direttamente da Buckingham Palace con un comunicato ufficiale: re Carlo III ha il cancro. Dopo i problemi di salute della principessa Kate Middleton e dello stesso sovrano, appena operato alla prostata, un’altra notizia che ha colpito i sudditi. E c’è già chi parla di successione al trono: l’erede è il principe William. Quali sono le differenze rispetto al padre, l’intervista a Nicola Santini, scrittore e giornalisti esperto della Royal Family.
- Il comunicato di Buckingham Palace
- Il ritorno di Harry (senza Meghan) dagli Stati Uniti
- La successione e il ruolo di William
- L'intervista a Nicola Santini
Il comunicato di Buckingham Palace
Lunedì 5 febbraio ci ha pensato la Corona a informare i sudditi del Regno.
Ecco il comunicato uscito da Buckingham Palace:
“Sua Maestà ha iniziato oggi (lunedì 5, NdR) un programma di trattamenti regolari, durante il quale i medici gli hanno consigliato di rinviare i suoi impegni pubblici. Durante questo periodo, Sua Maestà continuerà a occuparsi degli affari statali e delle pratiche burocratiche ufficiali come al solito. Il Re è grato alla sua équipe medica per il loro rapido intervento, reso possibile grazie al suo recente ricovero ospedaliero. Rimane totalmente positivo riguardo al suo trattamento e non vede l’ora di tornare al pieno servizio”.
Parole che hanno lo scopo di rassicurare i sudditi, anche se sono state accompagnate dall’annuncio, da parte della BBC, di un imminente ritorno a Londra del secondogenito Harry, con il quale i rapporti negli ultimi tempi non erano certo idilliaci.
Il ritorno di Harry (senza Meghan) dagli Stati Uniti
Harry, secondogenito, è atterrato in arrivo dagli Usa all’aeroporto londinese di Heathrow senza la moglie Meghan e senza i due figli piccoli, Archie e Lilibet.
Un segnale, questo, che farebbe pensare più alla voglia di ricucire lo strappo interno alla famiglia più che a una situazione di salute precipitata.
La successione e il ruolo di William
Ora le attenzioni si rivolgono alle condizioni del Sovrano 75enne e a chi, un giorno, ne prenderà il posto, ossia il principe William.
Come ricordano i media britannici, infatti, la Costituzione inglese prevede che, se il capo dello Stato (ossia il Re) non è in grado di adempiere i propri compiti ufficiali, questi siano svolti dai consiglieri di Stato.
Nello specifico si tratta della regina Camilla, del principe William, della principessa Anna e del principe Edoardo.
Ma come possono essere seguite le sue orme, nel caso in cui il Re non possa occuparsi delle funzioni istituzionali, quale l’orientamento?
L’intervista a Nicola Santini
“Credo che non sarà un vero avvicinamento, quanto piuttosto una ‘tregua delle armi’. Ci si è resi conto che la guerra in famiglia non ha giovato a nessuno, a partire proprio da Harry, il cui gradimento, insieme alla moglie Meghan, è sceso: la loro scelta di vita negli Stati Uniti non ha portato i vantaggi che forse speravano”, spiega Nicola Santini, giornalista esperto di costume e co-conduttore di The Royals, in onda su Sky.
E ancora: “In ogni caso Harry sembra aver capito che andare sempre contro le proprie origini e la propria famiglia non sia percepito tanto come un segno di indipendenza, quanto piuttosto come un gesto ribelle fine e a se stesso. Infine, penso che se può disertare gli appuntamenti mondani della Casa reale, la sua presenza in una situazione delicata dal punto di vista familiare non è delegabile né rinunciabile”.
Qual è il clima nel Regno Unito dopo il comunicato di Buckingham Palace?
“Il clima è pesante perché l’agenda del re è fittissima, come quella del suo entourge, quello che gli inglesi chiamano the firm. Chiaramente si deve mettere in conto anche l’eventualità di una malattia, ma questa non è certo programmabile e quindi rompe gli equilibri, la scaletta degli impegni va rivista per numero e importanza di eventi. Detto che Carlo ha ricevuto una diagnosi di malattia come altre migliaia di persone al mondo ogni giorno, e dunque non è sul letto di morte, in ogni caso è circondato da persone che possono svolgerne le funzioni in caso di bisogno. Mi riferisco alla regina Camilla, ma anche e soprattutto a William che è da almeno 10 anni che si prepara un giorno a salire al trono, o alla principessa Anna”.
Riguardo ai suoi consiglieri, quali sono le loro caratteristiche? In cosa possono raccoglierne l’eredità?
“Re Carlo è fortunato perché può contare su persone di fiducia molto valide, proprio a partire dalla principessa Anna, che è molto operativa, non ha scheletri nell’armadio ed è amata da pubblico e sudditi, oltre a sapere bene come muoversi e cosa fare. Ma anche il principe William è all’altezza dei compiti che dovrà eventualmente svolgere”.
Una delle prime conseguenze dell’annuncio della malatti è che William, che si era preso una pausa per il ricovero della moglie Kate, ora è tornato agli impegni ufficiali. Cosa ci si aspetta da lui?
“A dispetto del fatto che è molto riservato e dunque si potrebbe pensare che sia senza personalità, il principe William studia per diventare re da quando è adolescente. Probabilmente toccherà a lui portare avanti ulteriormente un’attività di modernizzazione della Corona iniziata da Carlo stesso. Il sovrano, anche per ragioni anagrafiche, non può agire in modo troppo deciso per non rendersi ridicolo e fuori luogo rispetto alla sua età, ma ha già avviato una serie di azioni. Per esempio ha ridotto gli appannaggi alla nobiltà, ha semplificato le regole della Casa reale, ha reso le cerimonie più snelle e brevi. Oggi c’è meno personale di servizio e sono stati eliminati compiti obsoleti: per esempio, non c’è più un valletto per ogni tipo di attività. Toccherà a William, un giorno, dare continuità e ulteriore modernità, senza passare per colui che ha fatto piazza pulita in modo drastico”.
Quanto ai temi cari a Carlo, come l’ecologia, saranno portati avanti dal suo erede?
“Sicuramente sull’ecologia non si potrà tornare indietro. D’altro canto, un altro tratto distintivo del principe William è la sua maggiore presenza e operatività in famiglia. Si sa che si alzava di notte e cambiava i pannolini dei figli quando erano più piccoli, così come li portava fuori con la moglie senza esibire tate e persone di servizio in modo pubblico. Probabilmente, quindi, avrà un ruolo molto operativo e porterà ad aumentare i cosiddetti Working royals. Si tratta dei reali che, pur appartenendo parte integrante della famiglia, lavorano, come già accade con la figlia della principessa Anna. Così è plausibile che anche i figli di William e Kate lavoreranno, magari non il primogenito George, ma i cadetti sì”.