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Rapina al figlio di Matteo Salvini, arrestati due presunti responsabili: identificati grazie a un commerciante

I presunti autori della rapina ai danni di Federico Salvini, figlio 19enne del vicepremier, sono stato arrestati a Milano

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Sono stati arrestati a Milano i due presunti responsabili della rapina subita da Federico Salvini, figlio del vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo. Come riportato dal Corriere della Sera, la squadra Mobile ha fermato due giovani di origine egiziana, di 21 e 26 anni, entrambi irregolari e pregiudicati, con l’accusa di aver sottratto sotto minaccia il cellulare al figlio 19enne del leader leghista, lo scorso 23 dicembre.

La rapina

L’episodio è avvenuto intorno alle 20.30 dello scorso 23 dicembre in via Jacopo Palma a Milano, nelle vicinanze del Pio Albergo Trivulzio: Federico Salvini era stato minacciato con un coccio di bottiglia, afferrato per il bavero del giubbotto, costretto a sedersi per terra e a consegnare smartphone. A quel punto gli è stato intimato di rivelare il codice di sblocco del telefono se non voleva essere ferito con la bottiglia rotta.

I due rapinatori avrebbero poi detto al 19enne che avrebbe riavuto il cellulare in cambio dei 200 euro che aveva nel portafogli, ma, presi i soldi, sarebbero fuggiti via con tutta la refurtiva.

In un primo momento il ragazzo avrebbe cercato di inseguirli ma poi ha chiesto aiuto agli agenti della scorta vicino a casa del padre Matteo, che hanno avvertito la questura. Il più giovane dei due presunti rapinatori è stato individuato da Federico Salvini come colui che avrebbe rubato materialmente il telefonino, mentre l’altro avrebbe fatto da “palo”.

La madre di Federico sarebbe nel frattempo riuscita ad rintracciare la localizzazione dello smartphone tramite app, prima in via Rubens, poi in via Ricciarelli e infine in via Altamura dove il telefono veniva spento dopo una quindicina di minuti.

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della polizia, subito dopo la rapina i due erano entrati in una parruccheria poco distante e avevano nascosto il telefono sotto a un divano all’insaputa del commerciante di origine nordafricana che aveva però notato gli strani movimenti.

Quando il giorno dopo i due erano tornati per recuperare lo smartphone, il titolare non glielo ha permesso e li ha fotografati di nascosto, per poi avvertire la polizia.

Matteo Salvini con il figlio Federico in posa al mare

L’arresto

Il software di riconoscimento facciale ha poi permesso agli investigatori della polizia di rilevare una compatibilità al 91,67% con il volto del 26enne che ha precedenti per droga e furto: lo scorso 28 ottobre era stato arrestato dai carabinieri a Melzo per rapina e danneggiamento in un negozio e processato per direttissima era sottoposto all’obbligo di firma tutti i giorni alle 17.

Gli agenti della hanno dunque rintracciato e arrestato lui e il complice, anche lui con precedenti per furto, droga, resistenza e mancato rispetto delle norme sull’immigrazione dando esecuzione all’ordinanza è stata firmata dal gip Domenico Santoro su richiesta del pm Barbara Benzi.

Fonte foto: ANSA

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